Maroni censore dell’informazione

Maroni censore dell’informazione

Il governatore della Regione Lombardia, Roberto Maroni.

Il 13 maggio a Verona, Marco Lillo, vicedirettore del Fatto Quotidiano, ha presentato il suo ultimo libro “Il potere dei segreti”.

Nel libro “I Re di Roma” gli intrecci Buzzi-Carminati con le istituzioni

Nel precedente libro, scritto con Lirio Abbate, “I Re di Roma”, erano stati approfonditi gli intrecci dei capi della criminalità romana Buzzi-Carminati  con le istituzioni. Nella sua nuova pubblicazione Lillo ha scritto dell’inchiesta denominata “Breakfast” condotta dalla Procura di Reggio Calabria e non ancora terminata. L’inchiesta, complessissima, porta alla luce una trama ordita dallo strapotere di forze che decidono le norme al di là dei parlamenti eletti, l’aggiudicazione degli appalti e delle commesse pubbliche, la carriera dei funzionari. E che si intreccia con i rapporti segreti tra personaggi di sponde opposte, con la lotta leghista contro Flavio Tosi e con le storie dietro le quinte del prefetto Tronca e del ministro Guidi.

Marco Lillo.

Il libro contiene le intercettazioni telefoniche, agli atti della procura, che riguardano il governatore della Regione Lombardia, Roberto Maroni, e il racconto del rapporto con Isabella Votino. Pagina dopo pagina, viene alla luce un sistema di potere onnipresente, che coinvolge prefetti, politici e manager, e conduce alla portavoce di Maroni, Isabella Votino.

Oggi un articolo del Fatto Quotidiano ha anticipato alcuni contenuti del libro di Lillo. E la vicenda è stata approfondita durante la puntata di questa sera della trasmissione La Gabbia, su La7. Entrambi gli organi di informazione hanno raccontato  come Roberto Maroni, nelle intercettazioni telefoniche trascritte dalla Dia, abbia parlato con la sua portavoce Isabella Votino per intestarsi l’appartamento di cui era locataria a 18 mila euro l’anno, in centro a Milano. L’immobile si trova nella prestigiosa Torre Velasca, un grattacielo costruito da Salvatore Ligresti a poche centinaia di metri dal Duomo.

Nelle intercettazioni Maroni cerca di usufruire di un appartamento

Nell’intercettazione, riportata da Marco Lillo, si legge come Roberto Maroni abbia cercato un modo per usufruire di questo appartamento senza pagare. Nei dialoghi con Isabella Votino il governatore della Lombardia valuterebbe l’idea di intestare il contratto di locazione alla Lega Nord, frenandosi però sull’opportunità politica di una simile scelta. All’epoca, nel 2012, il futuro presidente della Lombardia era appena diventato segretario del Carroccio al posto di Umberto Bossi, travolto dallo scandalo relativo alla distrazione dei rimborsi elettorali per scopi familiari. Per Maroni sarebbe impossibile politicamente farsi pagare un appartamento di lusso da parte del partito. Nelle trascrizioni delle intercettazioni si può leggere come la portavoce dell’ex ministro degli Interni affermi di volerne parlare con l’avvocato Domenico Aiello. Nei successivi dialoghi telefonici si valuterebbe prima la possibilità di intestare l’appartamento ad una terza persona e poi allo stesso legale.

Lillo aveva promosso il libro sulla Rai e su La7

Questa notizia contenuta nel libro era stata anticipata nelle trasmissioni del servizio pubblico, Virus su Rai2, ed Agorà su Rai3 dallo stesso autore del libro, intervenuto per presentarlo. Ora Marco Lillo non potrà più partecipare ai programmi della TV pubblica. Questo perchè il 28 aprile scorso il presidente della Lombardia ha inviato una diffida legale, su carta intestata della Regione, a viale Mazzini e a La7 per impedire la divulgazione del libro. Nella diffida si legge: “Devo con rammarico rilevare che la promozione del libro in occasione delle vostre trasmissioni aggravi le conseguenze del reato e configuri a sua volta un illecito penale quale condotta di concorso nel reato, ovvero di favoreggiamento, anche attraverso l’utilizzo di atti o documenti di provenienza illecita”. La diffida di Maroni oltre che ai vertici di viale Mazzini è stata inviata in copia a Federico Cafiero De Raho, procuratore a Reggio Calabria, perché l’indagine è partita lì e perché lì Marco Lillo è accusato di rivelazione di segreto istruttorio. Nella diffida Maroni ha concluso: “Vi intimo e diffido pertanto ad adottare ogni misura idonea a evitare il protrarsi di tali condotte incaute e favoreggiatrice e ad astenervi per il futuro dal promuovere nelle vostre trasmissioni la citata pubblicazione”.

L’ufficio legale della Rai ha allertato sull’opportunità di ospitare il giornalista

I dirigenti di La7 non hanno risposto e non hanno inoltrato la missiva ai giornalisti. E viale Mazzini non ha replicato a Maroni ma il 27 maggio l’ufficio legale ha allertato sull’opportunità di ospitare il vicedirettore del Fatto Quotidiano, sottolineando che “La partecipazione per il futuro del predetto giornalista è rimessa alle opportune valutazioni editoriali che, in considerazione della contestazione in questione, dovranno considerare la sussistenza o meno di una fondata motivazione a soddisfare imprescindibili esigenze di cronaca e di critica.(…)Facciamo presente la necessità di adottare le più adeguate cautele affinché il giornalista, qualora ospitato per le sopra indicate esigenze, sia richiamato alla propria personale responsabilità”.

Maroni inveì contro Saviano per aver denunciato la mafia al Nord

Non sono così lontani da averli dimenticati i tempi in cui Maroni, ministro degli Interni, inveì contro Roberto Saviano  perchè aveva denunciato in tv la presenza della mafia al Nord nel silenzio delle istituzioni locali. Il finimondo scatenato da Maroni costrinse ad una puntata riparatrice. In seguito le verità professate da Saviano vennero a galla in tutta la loro gravità.

Silvio Berlusconi e Roberto Maroni.

Dopo Virus e Agorà, Lillo non è stato più invitato negli studi del servizio pubblico, mentre questa sera è stato ospite a La Gabbia su La7. Verrebbe da chiedersi quale servizio “pubblico” offra la Rai e quale messaggio educativo ci sia dietro alla scelta di censurare un libro e invece mandare in onda un’intervista promozionale del figlio di Totò Riina.

Federconsumatori e Adusbef hanno diffuso un comunicato-denuncia nel quale si legge: “E’ assolutamente vergognoso e inaccettabile il tentativo di censura messo in atto da parte di Roberto Maroni. Il governatore della Regione Lombardia ha inviato una diffida legale alla Rai e a La7 per impedire la divulgazione del libro appena pubblicato dal giornalista Marco Lillo, che contiene le telefonate relative ad un’inchiesta in corso presso la Procura di Reggio Calabria.

Federconsumatori e Adusbef: “Una condotta gravissima”

Si tratta di una condotta gravissima da parte di chi, proprio in ragione del suo incarico di grande responsabilità, dovrebbe tutelare la libertà di stampa nonché garantire l’assoluta trasparenza nei confronti dei cittadini. Non è ammissibile che un rappresentante delle istituzioni tenti di insabbiare qualsivoglia notizia: Federconsumatori e Adusbef, auspicando naturalmente che l’AGCOM prenda posizione quanto prima, chiedono quindi l’immediato intervento della Commissione di Vigilanza parlamentare, poiché la questione riguarda direttamente anche l’azienda radiotelevisiva pubblica. Chiediamo che venga immediatamente chiarito ogni aspetto della vicenda, assicurando ai cittadini un’informazione pulita, imparziale e non pilotata dai piani alti della politica”.

La denuncia partita dal Fatto Quotidiano è stata ripresa, tra gli altri, dal segretario dell’Usigrai Vittorio Di Trapani che, in un suo tweet, ha chiesto alla Rai non solo di rispondere alla denuncia ma anche di far sapere come mai la stessa sollecitudine non sia stata usata nei confronti dei libri dei mafiosi e dei pregiudicati.

In Italia, che fortunatamente non è la Turchia di Erdogan, è ancora pensiero condiviso che l’informazione sia, a tutti i livelli, un’operazione di democrazia.

 

A cura di Roberta d’Eramo

 

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