Arrestati Vallejo Balda e Francesca Chaouqui

Arrestati Vallejo Balda e Francesca Chaouqui

 

Francesca Immacolata Chaouqui

 

Sono quasi sei i mesi (l’inchiesta è partita a maggio) di indagini della Gendarmeria vaticana

Chaouqui: “Non c’è niente che abbia amato e difeso più della Chiesa e del Papa”

sulla sottrazione e divulgazione di carte riservate. Ma gli sviluppi, di cui oggi tutti sono a conoscenza, si sono concretizzati tra sabato e domenica. Le autorità vaticane hanno arrestato monsignor Lucio Angel Vallejo Balda segretario della Commissione referente sulle strutture economico-amministrative della Santa Sede (Cosea) e Francesca Immacolata Chaouqui entrata a far parte di quella stessa Commissione, istituita dal Papa nel luglio 2013 e sciolta a compimento del mandato. Ieri sono stati convalidati i due arresti. Chaouqui è stata rimessa in libertà perchè la sua collaborazione ha fatto venire meno le esigenze cautelari, mentre resta in cella mons. Vallejo Balda. Chaouqui respinge le accuse dichiarando: “Confido di uscire innocente dalla vicenda” e che intende collaborare, “soprattutto a tutela dell’immagine del Vaticano”. La divulgazione di notizie e documenti riservati è un reato previsto dalla legge n. IX del Vaticano, del luglio 2013, che ha introdotto l’art. 116 bis nel Codice penale d’Oltretevere, punendolo con la reclusione fino a otto anni. Gli accertamenti della Gendarmeria avevano preso le mosse dalla pubblicazione sull’Espresso di documenti riferibili alla Cosea. Il 5 novembre uscirà il volume “Avarizia” dello stesso giornalista dell’Espresso, Emiliano Fittipaldi, e “Via Crucis” di Gianluigi Nuzzi. Il primo libro, secondo l’editore, fa una mappatura dell’impero finanziario della Chiesa, dalle vite vissute nel lusso dei cardinali al grande business della gestione di ospedali in Italia. Il secondo, sempre secondo l’editore, rivela “inedite e incredibili storie di scandalo e corruzione ai più alti livelli”. Nuzzi era stato già autore del volume “Sua Santità” grazie alle carte, trafugate dalla segreteria tre anni e mezzo fa e fornite dall’allora maggiordomo di Papa Benedetto XVI, Paolo Gabriele. Azione per le quali finì in cella, facendo scoppiare lo scandalo denominato “Vatileaks”.

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