Petrolio. Oggi gli interrogatori degli arrestati

Petrolio. Oggi gli interrogatori degli arrestati

Il Tribunale di Potenza.

L’inchiesta della Procura di Potenza sulle estrazioni petrolifere in Basilicata, come noto, ha portato alle dimissioni del ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi. I pm titolari dell’inchiesta sentiranno l’ex responsabile del dicastero giovedì pomeriggio, 7 aprile, come persona informata sui fatti, negli uffici della Questura di Potenza. Oggi il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato il decreto con il quale si accettano le dimissioni del ministro Federica Guidi e si affida l’interim del dicastero al Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi. Nel frattempo il M5S ha appena depositato in Senato la mozione di sfiducia al governo per la vicenda sul progetto Tempa Rossa. La capogruppo del M5S in Senato, Nunzia Catalfo, ha detto:”Chiediamo a Grasso di convocare subito la conferenza dei capigruppo così da calendarizzare l’esame della mozione in Aula il più presto possibile. Vogliamo che questo governo amico dei petrolieri e nemico della salute dei cittadini e dell’ ambiente vada a casa”. Se l’inchiesta sul petrolio in Basilicata ha alzato un polverone nell’opinione pubblica e in Parlamento, le indagini della magistratura procedono nel massimo riserbo.

Gay: “Non pensavamo di sentirlo”

Ieri i pm si sono diretti a Roma per raggiungere il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, che hanno sentito, come persona informata sui fatti. Al termine del colloquio, dopo due ore di conversazione con il ministro, ai giornalisti accorsi davanti agli uffici della presidenza del Consiglio di largo Chigi,  il Procuratore Luigi Gay ha detto: “Era necessario farlo”.

L’ex ministro per lo Sviluppo economico, Federica Guidi e il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi.

Poi più nulla. Nessun riferimento ai contenuti dell’incontro e nessun commento sulle parole del premier, che, prima nell’intervista a Lucia Annunziata, poi durante la relazione alla direzione del Pd, aveva dato la sua disponibilità ad essere ascoltato dai magistrati, dicendo: “Se i magistrati vogliono mi interroghino”. Ma nè i pm Francesco Basentini, Laura Triassi ed Elisabetta Pugliese, nè il Procuratore Gay, avevano progettato di ascoltarlo, rispondendo ai giornalisti che glielo chiedevano: “Non pensavamo di sentirlo”. Nè il ministro Boschi ieri ha avuto riunioni  o ha rilasciato dichiarazioni alla stampa, recandosi, al termine del colloquio, direttamente al Nazareno per la direzione Pd. Silenzio, dunque,  su tutti e tre i filoni d’inchiesta, anche quello “siciliano”, che vede indagato, tra gli altri,  il capo di Stato maggiore della Marina militare, Giuseppe De Giorgi che, commentando il suo coinvolgimento nell’inchiesta, ha detto: “Considero la libertà di informazione un pilastro essenziale della democrazia e ritegno vada tutelata a ogni costo. Auspico che la stessa rilevanza attualmente dedicata al sottoscritto sia riservata quando, spero al più presto, la mia situazione sarà completamente chiarita”. Nei giorni scorsi, su incarico della Procura, la Polizia si  è recata ad Augusta, in Sicilia, per acquisire dall’Autorità portuale alcuni atti, relativi alle concessioni demaniali marittime. Altri documenti sono stati acquisiti nel Comando militare marittimo autonomo. Le concessioni rilasciate riguardano cantieri navali, società che si occupano di servizi, imprese portuali, pontili e le aree a terra di alcune multinazionali del petrolio (da Esso a Lukoil). Il un’intercettazione  del 18 dicembre 2014, infatti, il compagno della ministra dimissionaria Federica Guidi, Gianluca Gemelli, conversando con un’altra persona, si è soffermato proprio su queste compagnie, in relazione “all’avvenuto commissariamento di Confindustria Siracusa”.

Nell’ambito del filone d’inchiesta sulle attività di smaltimento dei rifiuti prodotti dal Centro Oli dell’Eni, i Carabinieri del Noe hanno acquisito migliaia di cartelle cliniche negli ospedali lucani per verificare le patologie presenti in regione, tra cui anche quelle relative ai tumori. Per quanto riguarda la parte relativa alle attività del Centro oli di Viggiano, poi,  è anche in corso una perizia specifica, condotta in contradditorio tra le parti. In tutta la Basilicata stanno proseguendo rilievi con indagini epidemiologiche anche sui “bioindicatori”, ovvero su indicatori utili a dimostrare i possibili livelli di inquinamento sulle produzioni agricole locali e sugli allevamenti.

Un sistema di relazioni messo in piedi per i lavori di “Tempa Rossa”

Oggi, presso il Tribunale di Potenza,  ci sono stati gli interrogatori di garanzia per i dirigenti locali dell’Eni e l’ex sindaco di Corleto Perticara, Rosaria Vicino, arrestati lo scorso giovedì. I  primi dovranno spiegare ai giudici la loro versione dei fatti sulle attività svolte all’interno del Centro oli di Viggiano. Mentre  l’ex prima cittadina  dovrà rendere conto del sistema di relazioni messo in piedi per i lavori del sito di “Tempa Rossa”.

Intanto, ieri, una delegazione di parlamentari del M5s è stata a Viggiano per una manifestazione sull’inchiesta petrolio. Il senatore Andrea Cioffi (M5S) ha commentato la circostanza che gli addetti alla sicurezza di Tempa Rossa abbiano impedito l’ingresso ai Cinque Stelle, dicendo:  “Non capiamo la motivazione per cui non ci hanno fatti entrare, a meno che non ci sia qualcosa da nascondere o da non far vedere”. Il senatore ha aggiunto che il “M5S ha voluto comunque essere qui, sul luogo del misfatto, e portare all’attenzione dei cittadini e dei media su un sito del quale non si parla anche per comprensibili ragioni. Questa attività della Total si trova in uno spazio assolutamente disperso in mezzo alle montagne e molto lontana da occhi indiscreti. Per questo era necessario venire a vedere con i nostri occhi quello che stanno facendo alla Basilicata”. Secondo Davide Crippa “questo sito sembra un principato della Total in Italia, che ha diritto d’ingresso o meno e dove la stessa Total è padrona”. Invece il deputato Luigi Gallo ha evidenziato che “a noi l’ingresso è stato negato mentre ci viene da pensare che all’ex ministro Guidi sarebbe stato steso un tappeto rosso”.

 

 

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