A Genova muoiono pesci e rane. Ed è allarme uccelli

A Genova muoiono pesci e rane. Ed è allarme uccelli

A Genova proseguono le operazioni per impedire che il greggio fuoriuscito da una conduttura della società Iplom, domenica sera, e finito in due torrenti della città, arrivi in mare aperto.

In Valpolcevera è iniziata la bonifica ambientale

L’oleodotto trasporta il greggio dal porto petroli di Multedo alla raffineria di Busalla. In Valpolcevera è iniziata la bonifica ambientale per rimuovere il petrolio che impregna i greti del rio Pianego e dei torrenti Polcevera e Fegino con  squadre di tecnici specializzati che stanno operando con autospurghi e ruspe nei pressi delle barriere create ieri con le panne, dove si è accumulato più greggio. In mare invece stanno operando i militari della Capitaneria del Porto che stanno controllando che le tracce di greggio giunte in porto non sfocino in mare aperto. Già da ieri pomeriggio, istituzioni e Capitaneria di Porto avevano intimato alla Iplom di avviare subito l’opera di bonifica per salvaguardare l’ambiente.

La responsabile della Lipu di Genova, Daniela Filippi, ha detto che purtroppo il greggio fuoriuscito dall’oleodotto ha già causato la morte di pesci nei pressi del torrente Polcevera e sta mettendo in pericolo molti uccelli. Più a monte, nel rio Pianego e nel Fegino, vicino alla zona del guasto, gli abitanti hanno segnalato una moria di rane. L’Enpa di Genova, poi, ha denunciato di aver soccorso decine di esemplari di anatre, aironi, papere, germani e oche.

Molti abitanti hanno manifestato malesseri diffusi

Decine di abitanti in prossimità del torrente Fegino hanno manifestato malesseri diffusi quali bruciori alla gola, agli occhi, nausea e mal di testa. Gli abitanti hanno anche dichiarato perplessità rispetto agli esiti degli accertamenti di Arpal, che non ha rilevato concentrazioni superiori ai limiti di legge.

Il vento forte sta spingendo il petrolio dai greti dei fiumi nel mare del porto di Genova. In Prefettura è stata convocata una riunione per fare il punto della situazione sul Polcevera, con l’assessore regionale all’Ambiente, Giacomo Giampedrone, il Prefetto, la Capitaneria di Porto, Arpal, i tecnici Ispra inviati dal Ministero, la ASL 3 Genovese, il Comune di Genova, la Città Metropolitana e l’azienda Iplom.

Toti ha chiesto l’intervento della Protezione civile

Al termine della riunione il Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, ha annunciato: “La Regione Liguria ha chiesto l’intervento del Capo del Dipartimento Nazionale della Protezione civile, Fabrizio Curcio, per fare un sopralluogo e una verifica dello stato dei luoghi di Genova colpiti dallo sversamento del petrolio”.

Il Wwf ha già annunciato che si costituirà parte civile nel processo per lo sversamento di petrolio nel Polcevera che presumibilmente si aprirà per “disastro colposo”. Lo stesso fece per il fiume Lambro, dove lo scorso 4 aprile è arrivata la sentenza di condanna. In un comunicato dell’organizzazione ambientalista si legge: “si tratta, di un incidente molto simile a quello del 2010 dove furono sversate circa 2800 tonnellate di idrocarburi nel Lambro che poi le riversò direttamente nel Po”. “Purtroppo l’incidente del Polcevera dimostra la fragilità ambientale di Genova dove i corsi d’acqua sono ormai al collasso: dopo le recenti e tragiche alluvioni del Ferreggiano (2011, 2014) costretto in un alveo sempre più ridotto da un consumo di suolo fuori controllo, è la volta del Polcevera ora devastato dallo sversamento di 5/600 mc di idrocarburi (circa 700 tonnellate) fuoriusciti a causa della rottura di un oleodotto irresponsabilmente collocato a ridosso del fiume”. Secondo il Wwf, Genova è “una delle città dove si contano più stabilimenti suscettibili di causare incidenti rilevanti” mentre la Liguria “forse si può ritenere oggi la regione italiana più vicina all’estremo limite di saturazione urbana”.

 

 

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