Rientrato l’allarme petrolio a Genova

Rientrato l’allarme petrolio a Genova

Dopo sette giorni dalla rottura della condotta petrolifera gestita dalla Iplom, che il 17 aprile ha sversato nel torrente Polcevera e nel rio Fegino 550 tonnellate di greggio, 50 delle quali finte in mare, oggi la Capitaneria di porto ha revocato lo stato di emergenza locale disposto subito dopo la fuoriuscita del greggio.  Dei 4500 metri cubi di acqua e petrolio dispersi in mare è stato recuperato il 95% del materiale. Alla fine è rimasta solo una piccola chiazza di sfilacciamento a 10 km al largo di Varazze. La Guardia Costiera ha annunciato che il greggio finito in mare “è stato pressoché totalmente recuperato tranne una minima parte che si è dissolta sotto l’azione delle correnti che ne hanno disperso le residue iridescenze al largo”.

La Liguria può tirare un sospiro di sollievo

Ora la Liguria può tirare un sospiro di sollievo e, risolto il problema mare, si deve pensare alla bonifica degli alvei dei torrenti e dei rii dal petrolio depositato. Al termine del sopralluogo quotidiano alla foce del Polcevera, il governatore della Liguria, Giovanni Toti, ha detto che adesso sarà necessario capire “quali sono le dimensioni della fuoriuscita di greggio sul Fegino, dove certamente ci sono state delle infiltrazioni anche in profondità, e nel letto del Polcevera in modo tale da poter cominciare un lavoro di bonifica profonda. Sicuramente c’è una quantità di prodotto significativa sui fondali del Polcevera e del Fegino e ci saranno state infiltrazioni più in profondità. Occorrerà quindi verificare la falda e i terreni circostanti. Tutto questo però farà parte dell’intervento di bonifica che sarà avviato in coordinamento con il Dipartimento nazionale di Protezione Civile, l’Ispra e con la nostra Arpal”.

La scorsa notte la raffineria Iplom di Busalla si è fermata. Lo stop è conseguente al sequestro del sito da parte della magistratura volto a stabilire cause e responsabilità del disastro. La procedura di spegnimento si concluderà il 4 maggio. L’azienda ha chiesto e ottenuto la cassa integrazione a zero ore per 240 dei 252 dipendenti.

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