Nuovi blitz a Bruxelles. Rizzo “è morta”

Nuovi blitz a Bruxelles. Rizzo “è morta”

 

 

Il Segretario di Stato USA, John Kerry e il premier belga, Charles Michel.

 

Ieri è stato l’ultimo giorno di lutto nazionale in Belgio, cominciato martedì 22 marzo, il giorno degli attentati. 

Kerry: “Non ci faremo intimidire”

In serata, in diverse zone della capitale, sono avvenuti sei fermi. La procura non ha diffuso le identità delle sei persone arrestate. Il quotidiano belga De Standaard, ha scritto che tra le sei persone arrestate ieri sera a Bruxelles ci sarebbe il secondo uomo ricercato per l’attacco alla metropolitana. L’uomo sarebbe stato arrestato dopo che un poliziotto lo ha riconosciuto dal video girato dalle telecamere di sorveglianza della metro. Le Soir ha detto che uno degli uomini arrestati ieri potrebbe essere il famoso “uomo col cappello” mostrato nel video di sorveglianza dell’aeroporto di Bruxelles girato poco prima delle esplosioni. La notizia non è stata confermata. E non è stata confermata nemmeno la presenza di un secondo attentatore negli attacchi alla metropolitana, di cui si parla da alcuni giorni.

 

 

Le notizie principali di oggi riguardano le operazioni di polizia avvenute in mattinata e nel pomeriggio a Bruxelles. Questa mattina  sono state compiute due operazioni in cui sono stati arrestati due uomini, uno dei quali ferito a una gamba. Entrambe le operazioni sono legate a quella di ieri sera a Parigi per un sospetto nuovo attentato. Nella periferia nord di Parigi, ad Argenteuil, infatti,  ieri c’è stata un’operazione antiterrorismo. Durante una perquisizione è stato scoperto dell’esplosivo ed è stato arrestato un uomo, che i giornali francesi hanno chiamato Reda Kriket, soprannominato “il francese” ricercato dalla polizia per “cospirazione nella pianificazione di atti di terrorismo” dall’agosto del 2015. Kriket era stato condannato in contumacia a dieci anni di prigione a Bruxelles lo scorso 29 luglio nel processo della “filiera siriana” nota come “Zerkani”, per il reclutamento di jihadisti belgi. Nell’ambito di questa rete, Kriket aveva fatto partire per la Siria una trentina di persone. Fra queste, Abdelhamid Abaaoud, il presunto organizzatore degli attacchi di Parigi. Nel processo, gli imputati erano 32. Il ministro dell’Interno francese, Bernard Cazeneuve, ha detto che Kriket era sotto sorveglianza da diverse settimane e che “aveva un alto livello di coinvolgimento in un attentato pianificato in Francia”.  Il presidente francese, Francois Hollande ha detto che la cellula terroristica che ha colpito negli attentati di Parigi e Bruxelles sta per essere “annientata” ma “ci sono altre cellule”.

 

 

Il capo del Pentagono, Ash Carter.

 

Questa mattina a Bruxelles è arrivato il Segretario di Stato USA, John Kerry, per incontrare il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, il primo ministro belga Charles Michel, e il re del Belgio Filippo e offrire il sostegno degli Stati Uniti al Belgio nella lotta contro il terrorismo. John Kerry ha confermato che negli attentati di martedì sono morti anche dei cittadini statunitensi. In una conferenza stampa con il premier belga Charles Michel, Kerry ha affermato che “Gli Usa sono determinati ad appoggiare il Belgio e tutti gli altri Paesi Ue per affrontare la sfida” del terrorismo, e “continueremo a fornire assistenza necessaria alle indagini”. E ha aggiunto: “Non ci faremo intimidire” e “non ci fermeremo fino a quando non avremo eliminato” l’ideologia dell’Isis “da questo mondo”, concludendo: “Sono fiducioso sul nostro successo e sulla possibilità di riportare la pace”. Intanto il capo del Pentagono, Ash Carter, ha confermato l’uccisione, durante un bombardamento, di Abd al Rahman Mustafa al Qaduli, uno dei leader dello Stato Islamico, considerato il “ministro delle Finanze” dell’Isis,  che si pensava potesse diventare il futuro capo dello Stato Islamico. Si tratta di “un terrorista noto, fin dai suoi legami con al Qaida” e “uno dei tre obiettivi di maggiore valore” nella lotta allo Stato Islamico. Carter ha sottolineato che gli Stati Uniti sono “impegnati più che mai al fianco dell’Europa. I nostri nemici sono gli stessi”.

Oggi la Farnesina ha ricevuto conferma dalle autorità belghe dell’avvenuta identificazione della salma dell’italiana Patricia Rizzo, deceduta a seguito dell’attentato alla stazione di Maelbeek del 22 marzo. Il lavoro del riconoscimento, così come per le altre vittime della metro, è stato lungo e penoso, reso ancora più difficile e straziante dalle condizioni in cui sono stati ritrovati alcuni corpi. Della funzionaria dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) della Commissione europea non si avevano notizie da martedì, dal momento dell’esplosione alla metropolitana di Maelbeek. Le autorità tedesche, hanno dato conferma del decesso anche della cittadina tedesca di origini italiane Jennifer Scintu Waetzmann.

Alle 15.00 in  Piazza della Borsa l’Orchestra Filarmonica di Bruxelles ha seguito l’Inno alla gioia di Beethoven per i morti degli attacchi. Il venerdì, poi, è un giorno di preghiera per i musulmani e gli imam del Belgio hanno letto un discorso comune che prevede il rifiuto di ogni forma di radicalismo, fanatismo e terrorismo.

Nel primo pomeriggio, nel quartiere di Schaerbeek della capitale belga c’è stata un’altra operazione, avvenuta all’aperto. Un uomo è stato ferito e arrestato a una fermata del tram, ma ancora non si conosce la sua identità o per quale motivo sia stato arrestato. L’uomo preso a Schaerbeek, contrariamente a quanto trapelato in un primo momento attraverso i media locali, non è il super ricercato Mohamed Abrini, complice di Salah Abdeslam. Diversi giornalisti hanno riferito di aver sentito delle esplosioni. Si tratta dello stesso quartiere in cui,  in un appartamento, la polizia aveva trovato dell’esplosivo legato agli attentatori di martedì.  Il traffico è stato interrotto e si è assistito ad una notevole presenza di polizia.

 

 

Nel pomeriggio c’è stato un falso allarme nella stazione della metropolitana di Bruxelles di, che si trova nel centro di Bruxelles ed è attraversata da quattro linee di metropolitana.  Le Soir ha scritto che la stazione è stata evacuata perché durante una perquisizione generale ai passeggeri un uomo si è rifiutato di togliersi il cappotto. Non è stato trovato nessun esplosivo, e nessuno è stato arrestato. La stazione di Arts-Loi è poi stata riaperta.

In serata, il ministro della giustizia belga ha detto che, da quando sono avvenuti gli attentati di martedì a Bruxelles, Salah Abdeslam, l’unico superstite degli attentati di Parigi che è sospettato di essere coinvolto anche in quelli di Bruxelles, e attualmente si trova in un carcere di massima sicurezza a Bruges, si rifiuta di parlare con le autorità.

L’emittente BFMTV ha detto di essere riuscita ad ottenere la trascrizione dell’interrogatorio fatto il 19 marzo dalla polizia belga a Salah Abdeslam. Abdeslam avrebbe attribuito la principale responsabilità della preparazione degli attentati di Parigi ad Abdelhamid Abaaoud (che è morto), riconoscendo, però, il proprio ruolo logistico. Avrebbe anche detto di aver “incontrato Abaaoud la notte tra l’11 e il 12 novembre del 2015. Era la prima volta che lo vedevo in vita mia”. Questa affermazione, però, è falsa perché Abdeslam e Abaaoud erano stati condannati insieme in Belgio nel 2010 per rapina. Abdeslam, non avrebbe confermato di conoscere i tre attentatori suicidi del Bataclan, ma avrebbe detto che “altre nove persone oltre a lui” erano coinvolte. Avrebbe anche citato più volte il fratello che sarebbe stato fondamentale nel suo impegno in queste operazioni e nell’affitto di “auto e hotel” per preparare gli attacchi del 13 novembre. Abdeslam ha anche detto che avrebbe voluto farsi esplodere allo Stade de France come previsto dal piano terroristico: “Dovevo andare allo stadio come spettatore ma non avevo il biglietto. Ho rinunciato quando ho parcheggiato la macchina. Ho lasciato scendere i miei tre passeggeri e ho riavviato”. Delle persone presenti con lui sulla macchina avrebbe detto di conoscerne soltanto una, mentre gli altri due, chiamati gli “iracheni”, non li avrebbe mai incontrati prima.

Il quotidiano belga in lingua francese La Dernière heure ha scritto che un poliziotto di Mechelen aveva comunicato lo scorso 7 dicembre l’indirizzo dell’appartamento dove si nascondeva  e dove è stato arrestato (tre mesi dopo) Salah Abdeslam. La comunicazione avrebbe dovuto essere trasmessa all’unità antiterrorismo della polizia giudiziaria federale di Bruxelles. Quel rapporto, però, non sarebbe mai stato trasmesso. La polizia belga ha confermato di aver aperto un’inchiesta per verificare se ci sia stato qualche errore nelle comunicazioni.

La procura belga ha confermato la notizia, data per certa da giorni da diversi giornali belgi, che Najim Laachroui, considerato uno degli artificieri dello Stato Islamico in Europa, era fra i terroristi che hanno compiuto l’attacco all’aeroporto. Tracce del DNA di Laachroui sono state trovate sulle bombe degli attentati di Parigi al Bataclan e allo Stade de France.

Riassumendo gli ultimi eventi, a tre giorni dagli attentati di martedì nei quali sono morte 32 persone, sono stati identificati tre kamikaze: due sono morti all’aeroporto di Zaventem, Ibrahim el Bakraoui e Najim Laachraoui, e Khalid El Bakraoui, fratello di Ibrahim, morto alla stazione della metropolitana di Maalbeek. Una terza persona coinvolta nell’attacco all’aeroporto è ricercata e non è ancora stata identificata. Da due giorni i giornali belgi e francesi sostengono poi che insieme a Khalid nella metropolitana ci fosse un altro uomo, ma la notizia non è stata confermata nemmeno oggi.

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