Nuova tragedia in mare: centinaia i dispersi

Nuova tragedia in mare: centinaia i dispersi

Nel giorno in cui si compie un anno dal naufragio in cui persero la vita 800 persone, il ministero dell’Informazione somalo ha riferito di una nuova tragedia che ha coinvolto centinaia di migranti annegati nel Mediterraneo mentre cercavano di raggiungere l’Italia dalla Libia.

La Bbc per prima ha parlato di  quattro barconi con oltre 400 persone

La notizia del naufragio non ha trovato al momento altre conferme ufficiali. Per tutto il giorno si sono rincorse versioni diverse ma nulla di confermato. A rilanciare per prima la notizia era stata la Bbc, citando media somali, che aveva parlato di  quattro barconi, partiti dall’Egitto con a bordo oltre 400 persone, che si sarebbero rovesciati e delle centinaia di migranti che erano a bordo solo una trentina si sarebbero salvati. Il sito somalo Goobjoog News, ha raccontato di un uomo, Awale Warsame, sopravvissuto al naufragio, che avrebbe detto: “A bordo eravamo circa 500 ma solo 23 si sono salvati. I sopravvissuti, incluso me, sono rimasti in mare per cinque giorni, aggrappati a dei pezzi di legno del barcone per tenersi a galla prima di essere salvati da una nave filippina nei pressi di un’isola greca”. Secondo il sito i trafficanti avrebbero caricato i migranti sul barcone il 7 aprile e il 12 si sarebbe verificato l’incidente.

Intanto ieri sera, da un gommone carico di migranti diretto verso l’Italia, nel Canale di Sicilia, a circa 20 miglia dalle coste libiche, sono state salvate 108 persone tra le quali cinque donne. Dal gommone sono stati recuperati anche sei cadaveri. L’operazione è stata coordinata dalla centrale operativa di Roma della Guardia Costiera che, ricevuta la richiesta di soccorso, ha inviato la nave Aquarius, appartenente ad una Ong. A causa del mare molto mosso il gommone rischiava di capovolgersi. Trasferiti sull’Aquarius, i migranti hanno anche segnalato la presenza dei sei cadaveri.

Mattarella: “C’è bisogno di pensare”

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla cerimonia per la presentazione dei candidati del premio David di Donatello, che si è svolta al Quirinale, ha detto: “Il cinema continua a offrire sorrisi, poesia, immagini che ci sorprendono e ci fanno pensare”. E ha aggiunto: “c’è bisogno di pensare, come ci ricorda oggi l’ennesima tragedia del Mediterraneo, con la morte di centinaia di persone”. “Abbiamo problemi, ma anche risorse, morali e culturali. E’ bene saperlo per non cercare alibi”.

Il  Presidente della Camera, Laura Boldrini, in una nota, è intervenuta sull’ennesima tragedia nel Mediterraneo. Nella nota si legge: “Troppo poco si è fatto fin qui per affrontare la questione alle radici, intervenendo nei Paesi di provenienza sulle cause che inducono alle migrazioni forzate. Mi auguro che, anche sulla scia di questa ennesima tragedia, l’Ue sappia rispondere in maniera tempestiva e coordinata: trovando al suo interno la condivisione necessaria, aprendo canali legali per le persone in fuga da guerre e persecuzioni e istituendo finalmente un vero sistema d’asilo comune europeo, basato sulla suddivisione degli oneri, sulla solidarietà e sulla tutela dei diritti fondamentali”.

Oggi presso il Consiglio dei ministri degli Esteri e della Difesa dell’Unione europea, è stato discusso il “migration compact” proposto dall’Italia per contenere i flussi dell’immigrazione. Il documento prevede in particolare uno schema di accordo con i paesi di origine e di transito, e richiede anche un forte impegno finanziario da parte dell’Ue. L’Unione europea ha accolto con favore la proposta italiana. Il portavoce della Commissione, Margaritis Schinas, ha detto: “La Commissione Ue dà un grande benvenuto” al “migration compact” proposto dall’Italia e il “presidente Juncker è molto contento che l’approccio europeo trovi forte sostegno” da parte dell’Italia e di Matteo Renzi. E ha aggiunto: “Lavoreremo a stretto contatto con Matteo Renzi per continuare a spingere per avere più Europa”.

Il governo tedesco, però, si è detto contrario alla possibilità di ricorrere agli Eurobond. Secondo la proposta italiana, infatti,  l’impegno dell’Ue potrebbe essere assolto attraverso una redistribuzione delle risorse già allocate dal budget europeo ma anche con Eurobond. In merito alla proposta italiana il portavoce del governo, Steffen Seibert, ha risposto: “Il governo tedesco non vede alcuna base per un finaziamento comune dei debiti per le spese degli stati membri per la migrazione”. Il portavoce tedesco ha ricordato che vi sono altri strumenti disponibili nel bilancio europeo. Seibert ha spiegato che comunque il governo tedesco “esaminerà in modo approfondito” le proposte di Renzi “per una strategia esterna completa sulla migrazione” ribadendo che la Germania punta a una soluzione complessiva europea che tenga in considerazione anche la rotta del Mediterraneo. Seibert ha concluso: “È importante che noi pensiamo anche ad altre misure”.

In un intervista al Tg1 della sera, il premier Matteo Renzi ha affermato: “L’Ue deve farsi carico del tema, noi abbiamo proposto gli eurobond, bene Juncker, se la Merkel e i tedeschi hanno soluzioni diverse ce le dicano, non siamo affezionati ad una soluzione. Ma sia chiaro che il problema lo deve risolvere l’Ue tutta insieme. L’Italia è tornata dalla parte di chi propone soluzioni non di chi urla”.

Renzi: “Serve una cooperazione mirata con i Paesi Terzi”

Nella lettera di accompagnamento al documento, Renzi ha affermato che “la gestione dei flussi dei migranti non è più sostenibile senza una cooperazione mirata e rafforzata con i Paesi Terzi di provenienza e di transito” “chiediamo all’Unione europea di farsi portatrice di una strategia, a partire dagli aiuti ai Paesi africani e dagli interventi in Africa per bloccare i viaggi della morte”.

Secondo i dati forniti da Frontex il numero dei migranti sbarcati sulle coste italiane attraversando il Mediterraneo centrale, a marzo, è più che raddoppiato rispetto a febbraio. A marzo 2015 i migranti arrivati erano stati 2.283, mentre oggi sono con 9600. Le persone sbarcate provengono soprattutto da Nigeria, Somalia e Gambia.

All’arrivo al Consiglio dei ministri degli esteri europei a Lussemburgo, ai giornalisti che glielo chiedevano, Paolo Gentiloni, in merito  alla chiusura del Brennero, ha affermato: “Abbiamo parlato spesso con i nostri colleghi austriaci. C’è uno scarto tra le dichiarazioni e quello che apparentemente si sviluppa sul terreno. Io non perdo la speranza che, al di là di gesti simbolici e dichiarazioni, si possa collaborare. Perché sappiamo tutti che l’innalzamento di un muro in quel posto, cioè al Brennero, avrebbe effetti economici e simbolici molto gravi per l’Europa”.

 

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