Brexit. Helen Joanne Cox: vittima dell’odio razzista

Brexit. Helen Joanne Cox: vittima dell’odio razzista

La deputata labourista, Helen Joanne Cox.

E’ stata aggredita e uccisa selvaggiamente ieri, per strada, Helen Joanne Cox, 41 anni, deputata emergente del Labour impegnata contro la Brexit e per i diritti dei migranti.

Negli ultimi tre mesi Cox aveva ricevuto diversi messaggi di minacce

Nel tweet bloccato al primo posto del suo profilo Joanne Cox, contro la Brexit,  aveva scritto: “L’immigrazione è una preoccupazione legittima ma non è una buona ragione per lasciare l’Europa”.  L’aggressione è avvenuta alle porte di Leeds, nello Yorkshire, località nel cuore del suo collegio elettorale alle 14.00, ora italiana. Le sue condizioni sono apparse subito disperate. A metà pomeriggio è stata dichiarata morta. Negli ultimi tre mesi la deputata aveva ricevuto diversi messaggi di minacce, che purtroppo hanno avuto un seguito. Il Times ha comunicato che la revisione delle misure di protezione da parte della polizia era ancora in corso.

Sospese le campagne sulla Brexit

Un gesto di violenza bruta che ferma il circo elettorale, fa saltare il banco delle previsioni e potrebbe determinare il risultato delle urne di qui a una settimana. Dopo l’agguato, infatti,  gli opposti schieramenti  nel referendum del prossimo 23 giugno sulla permanenza della Gran Bretagna nella Ue hanno subito sospeso le rispettive campagne. L’annuncio dello stop è arrivato via twitter sia dal movimento “Stronger in Europe”, che dall’ex sindaco di Londra Boris Johnson per il fronte del “Leave”.

Thomas Mair

L’uomo arrestato è Thomas Mair, 52 anni, originario di Batley.Il racconto di chi ha assistito alla scena è quello di un agguato di fronte alla biblioteca di Birstall, dove secondo la tradizione britannica Joe aveva in programma l’incontro settimanale con gli elettori del suo collegio. Un testimone ha raccontato all’Independent e ad altri media inglesi che l’aggressore prima di colpirla avrebbe gridato: “Britain first”, “prima di tutto la Gran Bretagna”, che è anche il nome di una formazione politica inglese di estrema destra.

Mair aveva un legame con il gruppo suprematista bianco Springbok Club

Si sospetta che l’attentatore avesse un legame con il gruppo suprematista bianco Springbok Club, visceralmente ostile all’Europa e simpatizzante del vecchio apartheid sudafricano. Non solo, l’Independent ha pubblicato la denuncia del Southern Poverty Law Centre, un’associazione per i diritti civili, secondo la quale Mair, negli Usa, avrebbe comprato anni fa un manuale sulla fabbricazione di armi da un sito della National Alliance, organizzazione neonazista e suprematista americana. Infine in carico a Mair risulta anche l’acquisto fra il 1998 e il 2003 di volumi sulla realizzazione di esplosivi, bottiglie incendiarie e armamenti vari, la cui ricevuta è intestata ad un indirizzo di Batley che fa parte del collegio elettorale di Jo Cox e dove l’attentatore risiede.

Cameron: “Profonda preoccupazione per il terribile attacco”

Il primo ministro inglese,David Cameron.

Il primo ministro David Cameron, appena informato dell’accaduto, ha espresso “profonda preoccupazione per il terribile attacco” e ha cancellato il suo comizio pro Ue in programma in serata a Gibilterra.

Anche il sindaco laburista di Londra, Sadiq Khan si è detto “scioccato”, ha definito la Cox una deputata “brillante” e, soprattutto, “un’amica”.

Intanto dalla Germania, la cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha messo in guardia contro la radicalizzazione del dibattito sulla Brexit. Merkel ha detto: “L’esagerazione e la radicalizzazione parziale dei discorsi non contribuiscono alla creazione di un’atmosfera di rispetto”.

Brendan Cox: “L’odio è velenoso”

Il marito della vittima, Brendan Cox, con il quale condivideva anche l’impegno politico, ha ricordato al mondo quanto sia importante lottare ogni giorno della nostra vita per sconfiggere l’odio che avvelena il mondo in cui viviamo ed in cui vivono o vivranno i nostri figli, affermando: “Oggi inizia un nuovo capitolo delle nostre vite. Più difficile, più doloroso, meno allegro, meno pieno d’amore. Io e gli amici di Jo e la sua famiglia lavoreremo in ogni momento delle nostre vite per amare e far crescere i nostri figli e per lottare contro l’odio che l’ha uccisa”. E ha concluso: “L’odio non ha credo, razza o religione. L’odio è velenoso”.

Lascia una risposta