Bocciata la proposta dell’Inps. “Non è in linea”

Bocciata la proposta dell’Inps. “Non è in linea”

 

Il premier Matteo Renzi e il ministro del Lavoro Giuliano Poletti

 

Ieri l’Inps ha pubblicato on line una proposta normativa in 16 articoli che tocca a 360 gradi il sistema previdenziale

“Dobbiamo dare fiducia agli italiani”

e assistenziale. Già nel luglio scorso il presidente dell’Inps, Tito Boeri, aveva presentato le sue proposte, riservatamente, al governo, senza però convincerlo. Due le proposte principali. La prima è un assegno anti-povertà da 500 euro al mese per gli ultra 55enni che hanno perso il lavoro e non lo ritrovano. La seconda è la possibilità di un’uscita anticipata verso la pensione per i lavoratori arrivati a non più di tre anni dalla soglia di vecchiaia, con una penalizzazione dell’assegno fino al 10%. Lo studio Inps prevede che le risorse per mettere in atto la proposta arrivino in gran parte dall’interno del sistema previdenziale-assistenziale. La proposta punta, infatti, ad una riduzione delle prestazioni di assistenza per le 230mila famiglie più benestanti, unita a un taglio, progressivo al salire dell’assegno, per quei 250mila pensionati che godono di un trattamento superiore alle 7 volte il minimo (3.500 euro circa) e non giustificato dai contributi versati. Nel mirino anche 4.000 politici percettori di vitalizi. Il governo ha già da tempo accantonato la possibilità di introdurre quella flessibilità in uscita promessa tempo fa dal premier. In questo momento, infatti, la priorità del governo, contenuta nella legge di stabilità, è quella di dare un segnale di fiducia agli italiani (e che per questo Renzi chiama legge di fiducia) in linea con i segnali positivi dell’economia. E toccare le pensioni sopra i duemila euro sarebbe in contrasto con questo obiettivo. La proposta di Boeri, dunque, che ha provocato malumori diffusi nel mondo politico, rendendo sempre più mal sopportato l’attivismo del presidente, è stata bocciata e rispedita al mittente. Il premier Matteo Renzi ha spiegato che la proposta ha sì un “valore di equità” ma si è preferito soprassedere perché sarebbe “un errore tagliare le pensioni, dobbiamo dare fiducia agli italiani”. In serata è arrivata anche la replica del ministero del Lavoro. Secondo il ministro Poletti, infatti, la proposta è “utile al dibattito” ma  non rappresentano la linea dell’esecutivo, spiegando che “al momento si è deciso di rinviare perché oltre a misure utili come la flessibilità in uscita, ne contiene altre che mettono “le mani nel portafoglio di milioni di pensionati” e ha “costi sociali non indifferenti e non equi”. Per evitare gli oneri, sottolinea il ministro,  “servono risorse” che ora non ci sono.

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