Istat. I dati visti dal governo

Istat. I dati visti dal governo

 

Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi.

 

L’Istat, oggi,  comunica che il Pil definitivo 2015 è cresciuto dello 0,8%.

“I numeri dimostrano che l’Italia è tornata”

L’Italia, dopo tre anni consecutivi di recessione, torna a crescere, più dello 0,7% stimato in precedenza dall’Istat ma meno dello 0,9% previsto dal Def dell’esecutivo. I dati diffusi oggi dicono che a gennaio ci sono 70mila occupati in più  rispetto a dicembre 2015 e 299.000 rispetto a gennaio dello scorso anno. Ma dicono anche che la disoccupazione generale a gennaio non è affatto scesa, rimanendo stabile all‘11,5%, mentre quella giovanile è in aumento al 39,3% dal 38,6% (dato rivisto da 37,9%) di dicembre. Le stime provvisorie dell’Istituto nazionale di statistica indicano che il rapporto deficit/pil  2015 si è attestato al 2,6%, il più basso dal 2007, dopo il 3% del 2014, mentre il debito pubblico tocca il suo nuovo picco record al 132,6%, del pil, il massimo dal 1995, da quando ci sono le serie storiche. In valore assoluto, il debito delle amministrazioni pubbliche è pari a 2.170 miliardi di euro. La pressione fiscale sempre nel 2015 è scesa di tre decimali al 43,3%, il livello più basso dal 2011 (quando era 41,6%) dal 43,6% del 2014. Crescono invece dopo 8 anni gli investimenti fissi lordi, per un aumento dello 0,8%.

Il governo si compiace e su Facebook il premier Matteo Renzi, scrive: “I numeri dimostrano che l’Italia è tornata. Non la lasceremo in mano ai catastrofisti che godono quando le cose vanno male”. Lo scrive premettendo: “Avviso: post urticante per gufi e talk”. Il post continua: “A inizio del 2015 avevamo immaginato la crescita del Pil dello 0,7%. La crescita è stata invece del +0,8%. Meglio delle previsioni. Il Governo Monti aveva chiuso con -2,3%;  il Governo Letta con -1,9%”. Renzi citando i dati diffusi dall’Istat scrive ancora: “Il boom del JobsAct è impressionante. Nei due anni del nostro Governo abbiamo raggiunto l’obiettivo di quasi mezzo milione di posti di lavoro stabili in più. E Inps ricorda come siano aumentati i contratti a tempo indeterminato nel 2015 di qualcosa come 764.000 unità!”.  Renzi scrive: “Il 2015 è stato l’anno record nella lotta all’evasione con 14,9 miliardi di euro recuperati dallo Stato, alla faccia di tutti quelli che criticavano il nostro Governo su questo”.  “Abbiamo impedito ogni aumento di tasse (l’ultimo fu nel settembre 2013, con altro governo) e bloccato anche l’aumento delle tasse locali. In due anni siamo intervenuti con 80 euro a più di dieci milioni di persone, IMU e TASI prima casa, IRAP costo del lavoro, superammortamento fiscale al 140%, incentivi fiscali del JobsAct, tasse agricole, credito di imposta per il Sud”. Insomma  “Con questo Governo le tasse vanno giù, gli occupati vanno su, le chiacchiere dei gufi invece stanno a zero”. Il premier  ribadisce lo stesso concetto anche su Twitter.

Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, commentando i dati Istat, oggi ha detto: “Il governo mantiene i suoi impegni di finanza pubblica in un quadro in cui la crescita c’è”. E ha proseguito: “Dai dati di oggi traggo la convinzione che la strategia del governo deve andare avanti lungo linee intraprese finora”.

Per il ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, i dati Istat sull’occupazione costituiscono “Un grande risultato! Sono felice per tutte queste persone e per le loro famiglie”.  Il ministro ha aggiunto: “Ringrazio tutte le aziende e gli imprenditori che hanno avuto fiducia in se stessi e nel futuro e si sono assunti la responsabilità di promuovere nuovo lavoro. Le riforme sono essenziali ed il Governo le ha fatte, ma senza l’impegno responsabile di tutta la comunità  nazionale i risultati sarebbero meno significativi”. Poletti conclude: “L’impegno per dare una opportunità a chi non l’ha ancora avuta, e sappiamo bene che sono tanti continua ad essere l’obiettivo del nostro lavoro, tutti i giorni”.

Il segretario dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona, dei dati Istat, ha tutt’altra visione. E dichiara: “L’Istat, oggi, comunica che il Pil definitivo 2015 è cresciuto dello 0,8%. Ma le famiglie in difficoltà continuano a non arrivare alle fine del mese esattamente come prima.  Gli aumenti dei consumi riguardano il 50% delle famiglie che sta meglio e non il 50% che sta peggio. Lo dimostrano le voci che hanno registrato gli aumenti più accentuati: trasporti +5,5% e Ricreazione e cultura +2,4%, Alberghi e ristoranti +1,1%.  I consumi necessari, che riguardano anche le famiglie più in difficoltà, stentano ancora a riprendersi: alimentari +0,2%, bevande -0,2%. Se poi si fa il confronto con il 2011, gli alimentari registrano un crollo del 6,4%”. Dona aggiunge: “Quanto al Pil, certo è meglio un +0,8% dello 0,7 stimato a febbraio. Ma il problema è che la previsione contenuta nella nota di aggiornamento al Def dello scorso settembre, pari a +0,9%, non è stata comunque rispettata. Resta, quindi, il rischio di manovre aggiuntive e la difficoltà di recuperare i 15 miliardi necessari per disinnescare gli aumenti dell’Iva ereditati dal passato”.

Il vice presidente M5S della camera, Luigi di Maio, invece,  replica secco a Renzi: “dei tuoi decimali nessuno se ne è accorto. In un anno sono emigrate 100.000 persone. Basta proclami, torna alla realtà”.

Lascia una risposta