Arriva il nuovo Codice degli Appalti

Arriva il nuovo Codice degli Appalti

 

Il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio e il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini.

 

Oggi il Consiglio dei ministri ha approvato

“Una corposa riforma e una grandissima semplificazione”

“il codice attuativo della riforma degli appalti”, dopo la delega, a gennaio, del Parlamento. Con la delega il Parlamento ha incaricato il Governo di attuare la nuova disciplina europea in materia di appalti pubblici e concessioni, attraverso il recepimento delle direttive comunitarie, e a procedere a un complessivo riordino della normativa vigente sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture. Il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, si era impegnato a varare tutte le norme delega entro la scadenza del 18 aprile. Dopo una discussione iniziata alle ore 10, si è proceduto all’approvazione del Nuovo Codice degli Appalti, a cui seguiranno i pareri di Consiglio di Stato, Conferenza unificata e Commissioni parlamentari competenti. Al termine della riunione dell’esecutivo, il ministro Delrio ha presentato il Codice alla stampa sottolineando che si tratta di “una corposa riforma che mira a rendere il sistema dei lavori pubblici e delle concessioni finalmente all’altezza di un grande Paese europeo. Semplificazione, trasparenza, lotta alla corruzione, e qualità sono gli elementi chiave” della riforma. Il ministro ha spiegato che “Si passa dal vecchio Codice da 660 articoli e 1500 commi a 217 articoli e quindi c’è una grandissima semplificazione”. Il nuovo Codice oltre a sostituire il vecchio, recepisce tre direttive europee.  Il ministro ha spiegato  che con il nuovo Codice si supera la legge Obiettivo varata nel 2001 ai tempi del governo Berlusconi, che, secondo Delrio, è stata “fallimentare”. Il nuovo testo prevede “procedure normali, che garantiscono più trasparenza, efficienza e rispetto dei tempi”. Nel comunicato di Palazzo Chigi si precisa che sono previsti tre livelli di progettazione: il nuovo progetto di fattibilità tecnica ed economica, il progetto definitivo ed il progetto esecutivo, che viene posto a base di gara. La progettazione deve assicurare il soddisfacimento dei fabbisogni della collettività, la qualità architettonica e tecnico-funzionale dell’opera, un limitato consumo del suolo, il rispetto dei vincoli idrogeologici sismici e forestali e l’efficientamento energetico. Il nuovo progetto di fattibilità sarà redatto sulla base di indagini geologiche e geognostiche, di verifiche preventive dell’assetto archeologico, fermo restando che deve individuare il miglior rapporto tra costi e benefici per la collettività.

Delrio ha illustrato le novità principali del nuovo codice degli appalti che dice “Basta alle gare al massimo ribasso, la scelta coniuga prezzo e qualità”. Il ministro ha spiegato che “Le gare al massimo ribasso sono finite, la scelta è la scelta dell’offerta economicamente più vantaggiosa, che coniuga il prezzo ma anche la qualità. Il tema della qualità dell’offerta è molto importante perché evita l’applicazione del massimo ribasso in settori delicati come sono i servizi sociali o scolastici che tanto danno hanno creato in questi anni al nostro Paese”. Il ministro ha aggiunto che il Codice, dunque, punta a mettere “al centro la qualità. Innanzitutto la qualità degli operatori economici qualificati, imprese vere e non imprese finte, piene di ingegneri e progettisti e povere di avvocati, esattamente il contrario di quello che avviene oggi. Poi la qualità delle stazioni appaltanti, cioè gli enti che cercano di fare badi di gara di qualità e proporzionati alle loro capacità, si devono qualificare, devono diventare capaci di giudicare le offerte e di fare buoni bandi di gara”. Delrio ha quindi citato anche “la qualità dei progetti, sottolineando che troppo spesso in Italia si mettono a gara progetti preliminari senza indagini archeologiche, geologiche, sismiche e così via e questo comporta che un mese dopo l’aggiudicazione di un appalto cominciano le varianti, si comincia a richiedere il 30% in più, il 40% in più. Il progetto d’ora in poi è centrale, bisogna metterlo a gara se già assestato e convincente. Avremo così più certezza che le opere vengano fatte coi tempi giusti e coi costi giusti”.
Il ministro delle Infrastrutture ha spiegato che nel nuovo Codice viene inoltre “rafforzato il ruolo dell’Anac, che diventa assolutamente centrale in questa riforma”. L’Authority anticorruzione “dovrà emanare bandi tipo e linee guida. Un sistema di regolamentazione leggera”. Poi, parlando dell’allarme lanciato recentemente dal suo presidente Raffaele Cantone, Delrio ha detto: “Faremo in modo che ai nuovi compiti corrispondano risorse adeguate, che siano dal bilancio interno o altre risorse si vedrà. Andremo senz’altro incontro a questa sollecitazione di risorse adeguate”.

A proposito del nuovo codice il presidente Cantone, afferma che “rappresenta una piccola rivoluzione copernicana”. E spiega che “Da sola una legge non è in grado di risolvere i problemi e anche questa non avrà un effetto salvifico, ma alcune novità la porta, anche nel provare a evitare uno dei rischi principali degli appalti, il rischio di corruzione”. Cantone, che ammette di “non conoscere ancora” il testo licenziato dal Consiglio dei ministri, tra le principali novità sottolinea “oltre alla qualificazione delle stazioni appaltanti, i nuovi poteri dell’Anac, le commissioni di gara”. Con una maggiore discrezionalità per la pubblica amministrazione che “andrà bilanciata con meccanismi di vigilanza più forti che sono quelli messi in campo di responsabilità dell’Anac. Probabilmente poi bisognerà intervenire in una logica di guidare questa discrezionalità con istituti di soft law, delle linee guida, dei bandi tipo”.

Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ospite dell’emittente radiofonica Isoradio, interpellato sulla costruzione del Ponte sullo Stretto, ha dichiarato: “Sicuramente il Ponte sullo Stretto verrà fatto prima o poi. L’importante è che prima portiamo a casa i risultati di opere incompiute”.

“In Sicilia vanno rimesse a posto strade e ferrovie. Se non uniamo Palermo, Catania e Messina di che parliamo? In alcuni momenti è stata impercorribile al suo interno ed è indecente per una regione così bella”, ha sottolineato. “In prospettiva personalmente non ho niente contro il Ponte, anzi lo ritengo utile, l’importante è capire tempistica, costi, collegamento e quando ci sarà dovrà essere anche per i treni. Dovrà essere un pezzo della struttura di Alta velocità del Paese. Perché abbiamo la struttura ad alta velocità migliore al mondo”, ha aggiunto Renzi. “Ora bisogna andare da Napoli a Bari e da Napoli a Reggio Calabria e in prospettiva anche a Palermo”.

Commentando le dichiarazioni di Renzi, Delrio ha affermato: “Il presidente del Consiglio ha detto case assolutamente condivisibili, il Ponte sullo Stretto è un’opera da valutare seriamente”, aggiungendo: “Stiamo continuando a lavorare sulle priorità, non dimenticando questa prospettiva”.

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