Sindacati pronti ad una “mobilitazione durissima”

Sindacati pronti ad una “mobilitazione durissima”

 

Il segretario generale della Cgil Susanna Camusso

 

I segretari generali della categoria funzione pubblica di Cgil,Cisl e Uil,

Una scelta politica che aumenta il conflitto sociale e professionale

Rossana Dettori, Giovanni Faverin, Giovanni Torluccio e Nicola Turco, in una nota congiunta, dichiarano: “Non accettiamo la provocazione di Matto Renzi. I 300 milioni, che poi diventano 200 a fine serata, della “stabilità” elettorale del governo, non sono un contratto ma una mancia. I lavoratori pubblici vogliono un rinnovo dignitoso”. Poi aggiungono: “Una scelta politica precisa sta nascosta dietro la decisione di non finanziare il rinnovo del contratto di più di 3,2 milioni di lavoratori. Aumentare il conflitto sociale e professionale, eliminare la motivazione, mortificare la competenza e la dedizione al servizio delle comunità. Siamo alla disgregazione non solo dello stato sociale, ma del Paese”. E spiegano che con la legge di stabilità “si blocca solo l’innovazione organizzativa, la qualità, la formazione, la sicurezza nel lavoro e nei servizi pubblici. E si aumenta l’odio tra i cittadini che chiedono garanzie sui diritti e lavoratori abbandonati alla più bieca politica da consenso liquido. Il resto sono chiacchiere da talent show. Vogliamo un Paese finalmente avanzato? Salute, sicurezza, prevenzione, sostegno ai più deboli, crescita delle aziende… Questo non si fa né con il solito diluvio di norme, né tanto meno con provocazioni come quella di Renzi. Si fa con gli investimenti nell’innovazione e nella professionalità. Come in tutte le migliori imprese del mondo”. Per questo Cgil, Cisl e Uil dicono no e annunciano una “mobilitazione durissima” a sostegno del rinnovo dei contratti del pubblico impiego. Parlando della legge di stabilità a Radio Anch’io il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, dichiara: “I soldi per i contratti pubblici sono 200 milioni, neanche 300: il valore del lavoro pubblico per questo Governo equivale a 5 euro al mese”. Sulla flessibilità pensioni, “più che delusi siamo molto molto arrabbiati e non rinunciamo a quell’obiettivo. E’ appena cominciata la discussione e non la consideriamo la soluzione finale”. Sulla sanità “il previsto aumento di quasi 3 miliardi viene ridotto a 1 miliardo, vuol dire sapere che abbiamo una immediata restrizione dei fondi sanitari esistenti”. Sul tema degli esodati, “saremo insoddisfatti se riguarda la metà dei lavoratori che stanno attendendo questa risposta”. E conclude: “Credo che sia giusto pretendere che questa settima salvaguardia sia davvero definitiva, e non lasci nuovamente a piedi una parte dei lavoratori”.

 

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