Libia. Gentiloni: “L’Italia è pronta alla guida”

Libia. Gentiloni: “L’Italia è pronta alla guida”

 

Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni.

 

Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni,

“L’Italia è pronta a guidare la missione”

in una conferenza stampa dalla sede della Rappresentanza Permanente d’Italia alle Nazioni Unite a New York, dove si trova per una 36 ore di incontri a tutto campo, ha detto: “Siamo pronti come coalizione a rispondere alle richieste di sicurezza di un governo libico di unità nazionale e l’Italia è pronta a guidare la missione”. E ha aggiunto che  “il livello di pianificazione e di coordinamento tra i diversi sistemi di difesa su un possibile contributo alla sicurezza della Libia è a un livello molto avanzato che va avanti da parecchie settimane”.  Secondo quanto scrive il Wall Street Journal, infatti, i militari Usa e gli alleati, inclusi Francia e Gran Bretagna, “hanno creato un Centro di coordinamento della Coalizione a Roma” e “da mesi” preparano un piano per un secondo intervento in Libia.  Gentiloni ha spiegato che si tratterà di “missioni di sostegno alla sicurezza mirate e richieste direttamente dal governo libico”. Il ministro, prima di incontrare, tra gli altri, l’inviato del Segretario Martin Kobler che riferirà sullo stato di avanzamento della sua mediazione in Consiglio di Sicurezza, ha dichiarato che “La situazione è abbastanza chiara e le ultime affermazioni del segretario alla Difesa americano Ash Carter sono chiare”. “La comunità internazionale è pronta a intervenire,

ma solo di fronte ad una richiesta del governo libico. Questa è la condizione. Non mi farei troppo influenzare da fremiti e tamburi interventisti”. Gentiloni ha spiegato che “Non si può escludere una minaccia dalla Libia. Ma non perchè c’è questa minaccia si deve intervenire. Giustificare con queste minacce spedizioni militari nel deserto è una valutazione che non coincide con la visione del governo italiano”,  aggiungendo che “questo orribile 2015” ha mostrato che “la minaccia può venire da paesi stranieri, non solo la Libia ma anche altre aree del Mediterraneo e i Balcani, e poi dai quartieri delle nostre città o dalle nostre carceri”. Secondo Gentiloni “per ora la presenza di Daesh in Libia è numerosa ma circoscritta “l’azione è urgente e richiederebbe soluzioni facili, ma queste non sono dietro l’angolo. E l’illusione di interventi senza prospettive di medio e lungo periodo l’abbiamo già coltivata. Dobbiamo evitare gli errori del passato e fughe in avanti”. Il ministro ha detto che comunque “Questo non ci deve indurre a sottovalutarne i rischi. La prevenzione del terrorismo è in atto, ma è importante anche la stabilizzazione della Libia”. Il ministro ha ribadito che per il nostro Paese la priorità è “creare le condizioni per un governo di unità nazionale in Libia, un passaggio questo assolutamente indispensabile” e che l’interesse dell’Italia è innanzitutto quello di avere di fronte alle proprie coste “un Paese stabile, con un governo con il quale si possa interloquire per i problemi dei migranti, sul tema delle grandi risorse energetiche che possiede e sul contrasto al terrorismo”.

Gentiloni ha presentato queste e altre posizioni in  una serie di colloqui a sostegno della candidatura italiana in Consiglio di Sicurezza all’Onu, affermando: “Credo che questo ruolo italiano in Consiglio di Sicurezza sia visto con favore proprio per le caratteristiche che abbiamo”, quelle di un “paese Mediterraneo molto impegnato in una serie di tematiche, dal peacekeeping ai flussi migratori alla protezione del patrimonio culturale”, riferendosi all’ultima proposta italiana, quella dei caschi blu della cultura.  Per la promozione della candidatura italiana il ministro ha in programma una serie di contatti con nazioni arabe, del gruppo caribico e del Pacifico, e con i paesi del gruppo africano.

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