L’Onu condanna la proposta di Ankara

L’Onu condanna la proposta di Ankara

 

Il direttore dell’Unhcr per l’Europa, Vincent Cochetel.

 

Il direttore dell’Unhcr per l’Europa, Vincent Cochetel,

“Dovremo vedere quali saranno le garanzie”

a proposito dell’intesa tra l’Ue e la Turchia sui migranti, ha dichiarato: “Un’intesa” sulle espulsioni collettive di stranieri “verso un Paese terzo non è in accordo con il diritto europeo e internazionale. Dovremo vedere quali saranno le garanzie. Non posso credere che l’Unione europea raggiunga un accordo di riammissione verso un Paese terzo con meno garanzie di quelle previste per la riammissione in un Paese dell’Ue”.

Il vertice dei 28 leader Ue con la Turchia sulla crisi dei migranti si è chiuso con un’intesa di principio, praticamente un modo per prendere tempo fino al prossimo vertice del 17 e 18 marzo. Il negoziato tra i leader europei, infatti, che sarebbe dovuto durare una mezza giornata, si è tramutato in un nulla di fatto davanti alla nuova proposta di Ankara concordata all’ultimo minuto dal premier Ahmet Davutoglu. Al suo arrivo Davutoglu aveva detto: “E’ il secondo vertice in tre mesi. Questo dimostra quanto la Turchia sia indispensabile per l’Ue”, aggiungendo che “La Turchia è pronta ad essere un membro dell’Ue”. L’Unione, evidentemente, non è altrettanto pronta. La cena prevista col premier turco per le 19 non c’è stata e intorno alle 21, vista l’inconciliabilità delle posizioni, si sono sospesi i lavori per consultazioni e bilaterali, con l’obiettivo di trovare il consenso su un nuovo testo di dichiarazione. Il premier ungherese Viktor Orban, ha posto il veto sul meccanismo di reinsediamenti dalla Turchia. Anche Cipro ha espresso perplessità molto forti in merito all’apertura di nuovi capitoli negoziali. Molti Paesi, soprattutto quelli dell’Est ed i Baltici, hanno chiesto di rinviare tutto al vertice della settimana prossima il 17 e 18 marzo perché la proposta non è stata negoziata. Il presidente francese Francois Hollande ha storto il naso. E anche il premier Matteo Renzi, così come il britannico David Cameron, che, dopo aver sollevato la questione della libertà di stampa al pranzo col premier turco Ahmet Davutoglu, ha chiesto un riferimento nelle conclusioni del summit, minacciando altrimenti un veto.

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