A Bruxelles un minuto silenzio

A Bruxelles un minuto silenzio

 

 

 

Oggi sono state tantissime le persone raccolte a Place de la Bourse, a Bruxelles, dove tutte le vittime degli attacchi terroristici di ieri 

L’aeroporto sarà chiuso anche domani

sono state ricordate con candele, palloncini e scritte con gessetti, che hanno osservato un lungo minuto di silenzio. Ma tante anche quelle in strada, attorno alle Istituzioni europee, a pochi passi dalla stazione della metro di Maelbek, dove è esploso un ordigno.  All’aeroporto di Charleroi, il secondo scalo della città, c’è stato un falso allarme bomba per un’auto sospetta. A Bruxelles le scuole hanno aperto regolarmente. La maggior parte dei trasporti pubblici ha funzionto. L’aeroporto è ancora chiuso e lo sarà anche domani. Intanto il Dipartimento di stato americano ha emesso un “travel warning”, invitando i cittadini americani a non viaggiare verso e attraverso l’Europa dopo gli attacchi di Bruxelles, e indicando l’esistenza di una minaccia “a breve termine” di possibili nuovi attentati.

Il Commissario Ue per gli affari interni, Dimitris Avramopoulos, ha detto che l’Europa “naturalmente ha gli strumenti ed anche la cornice legale” per combattere il terrorismo, ma “è tempo che si attui lo scambio di informazioni”. Poi ha lanciato un forte appello “ai governi perché cooperino in buona fede” e ha ricordato che “Europol è un importante strumento e dobbiamo usarlo meglio”. Avramopoulos ha spiegato che “tutti i terroristi erano noti alle polizie locali ma non è stato fatto nulla perché non c’è stato scambio di informazioni” ed “hanno potuto attraversare tre frontiere e compiere gli attacchi a Parigi”. Poi, durante il briefing con i giornalisti, ha informato che si sta pensando, per venerdì, ad un Consiglio dei ministri dell’Interno dell’Ue straordinario, dedicato all’emergenza terrorismo.

Il premier belga, Charles Michel, insieme a quello francese, Manuel Valls, nelle loro dichiarazioni alla stampa, hanno detto: “Siamo più che mai determinati, con questo sentimento di dolore profondo, ad agire per proteggere i valori europei”. “Il Belgio e la Francia sono uniti dallo stesso dolore e dalla stessa determinazione”.

Oggi il procuratore federale belga, Frederic Van Leuw, ha aggiunto altri tasselli utili per la ricostruzione degli attentati. Sono quattro i terroristi coinvolti negli attentati di ieri. Tre sono morti facendosi esplodere, il quarto (l’uomo di cui è stata diffusa la foto con il cappello) non è stato ancora identificato ed è ancora in fuga. Dei tre kamikaze ne sono stati identificati solo due. Si tratta dei fratelli Bakraoui, Ibrahim si è fatto esplodere all’aeroporto Zaventem e Khalid si è fatto esplodere nel secondo vagone di un treno che proveniva dalla stazione di Schuman in direzione della stazione di Arts-Loi. Il secondo kamikaze dell’aeroporto di Zaventem sarebbe stato identificato come Naijim Laachraoui, noto come l’artificiere dell’Isis, contro cui la Procura belga ha già spiccato un mandato d’arresto nei giorni scorsi, quando tracce del suo dna sono state trovate sia in due covi, sia soprattutto su almeno due cinture esplosive, una utilizzata al Bataclan, l’altra allo Stade de France.

Grazie al tassista che ha portato i tre sospetti all’aeroporto di Zaventem, ieri è stato scoperto il covo dei terroristi nella zona di Schaerbeek, dove è stata trovata una bomba con dei chiodi, prodotti chimici e una bandiera dell’Isis. Il tassista era rimasto sorpreso che i tre uomini non gli avessero lasciato toccare le loro valigie. Nel covo dei terroristi, secondo la tv francese Tf1, è stato trovato anche un pc contenente un testamento audio con cui i due fratelli Khalid e Ibrahim Bakraoui hanno annunciato di voler agire “per vendicare l’arresto di Salah Abdeslam”. Nel suo “testamento” Ibrahim El Bakraoui ha scritto  di non voler “ritrovarsi in una cella vicina a quella di Salah Abdeslam”.

 

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