Mancano appena tre giorni all’entrata in vigore dell’accordo tra Turchia e Ue per la riammissione dei profughi. E Amnesty International ha denunciato che da metà gennaio la Turchia ha rimpatriato con la forza circa 100 rifugiati siriani al giorno, tra cui anche donne e bambini. Secondo Amnesty nelle ultime settimane la Turchia ha rovesciato la sua politica di porte aperte nei confronti dei siriani, alimentando così un nuovo business di trafficanti di esseri umani, che chiedono ai rifugiati circa mille dollari a testa per aiutarli ad attraversare illegalmente il confine.
Unhcr: “Nel piano troppe gravi lacune”
L’ong ha raccolto le testimonianze di numerosi siriani in Turchia, soprattutto nelle province di confine, cui in molti casi è stata anche negata la registrazione che attribuisce lo status di protezione temporanea, necessario per accedere ai servizi minimi, dalla sanità all’educazione. Amnesty ricorda che “Tutti i rimpatri forzati in Siria sono illegali secondo la legge turca, europea e internazionale. Il direttore di Amnesty per l’Europa e l’Asia Centrale, John Dalhuisen, sostiene che “Nel loro disperato tentativo di chiudere i confini, i leader europei hanno volutamente ignorato il più semplice dei fatti: la Turchia non è un Paese sicuro per i rifugiati siriani”.”Dopo la costruzione di un’ Europa fortezza adesso stiamo assistendo alla costruzione di una Turchia fortezza”. Anche l’Unhcr ha lanciato l’allarme, avvertendo che il piano presenta “troppe gravi lacune” perchè prima che diventi operativo agli immigrati devono essere garantite tutte le tutele necessarie.