Obama. Il nucleare? “Nelle mani dell’Isis cambierebbe il mondo”

Obama. Il nucleare? “Nelle mani dell’Isis cambierebbe il mondo”

Il presidente degli Stati Uniti, Barak Obama.

Si è  chiuso il IV Summit sulla Sicurezza Nucleare a Washington, cui hanno partecipato oltre 50 Paesi. Il vertice si era aperto giovedì scorso con una cena alla Casa Bianca. Ai leader del mondo riuniti, all’indomani degli attentati di Bruxelles e delle notizie sulla possibilità che i terroristi abbiano preso di mira centrali nucleari, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha detto: “L’Isis ha già utilizzato armi chimiche e non c’è dubbio che se questi folli mettessero le mani su una bomba atomica o materiale nucleare li utilizzerebbero per uccidere quante più persone possibile”.

E ha sottolineato:  “Alla luce delle costanti minacce delle organizzazioni terroristiche che chiamiamo Isil o Isis, ci uniamo ai partner e agli alleati per rinnovare i nostri sforzi contro il terrorismo, per evitare che la rete più pericolosa del mondo venga in possesso delle armi più pericolose del mondo”.  Obama ha spiegato: “Abbiamo fatto progressi significativi. Centodue nazioni hanno ratificato un trattato chiave, la convenzione sulla protezione fisica del materiale nucleare. Lavorando insieme, le nostre nazioni hanno reso più difficile, per i terroristi, mettere le mani sul materiale nucleare”.

Terrorismo nucleare “la minaccia più grande”

Ma la minaccia esiste ancora. Per Barak Obama la minaccia del terrorismo nucleare, infatti, è “la minaccia più grande”. Un’ eventualità talmente devastante che “cambierebbe il mondo”. E ha avvertito: “Questo è il perfetto esempio di sfida del XXI secolo in ambito di sicurezza che nessuna nazione può risolvere da sola”. Con questo appello Obama ha voluto sottolineare la sua iniziativa sulla sicurezza nucleare lanciata nel 2009, che è passata attraverso il negoziato con l’Iran, e che il presidente Usa definisce un “sostanziale successo”, esempio di quanto la comunità internazionale unita può conseguire. E ha aggiunto che gli iraniani, ”stanno cominciando a vederne i benefici”.

Sono 19500 le testate nucleari nel mondo, per un totale di oltre 2000 tonnellate di uranio e plutonio arricchiti: il 93 per cento sono in mano a russi e americani, che comunque ne mantengono operative solo 1550. Il resto sono in via di smaltimento nell’ottica del disarmo, ma rappresentano comunque materiale potenzialmente appetibile per i gruppi terroristici. Obama ha affermato: “Ho chiesto ai leader di tutti i Paesi di condividere più informazioni”, ribadendo che l’obiettivo finale resta quello di un mondo senza armanenti e che anche gli Usa sono impegnati a ridurre il loro arsenale nucleare. Il presidente degli Stati Uniti ha affermato: “Preferirei ridurre ulteriormente il nostro arsenale nucleare”.

Al summit non ha partecipato  la Russia

E ha proseguito menzionando il rapporto con la Russia su questo tema: “Perché Vladimir Putin è andato al potere, o è tornato al suo incarico da presidente, per via della sua vision nell’enfatizzare la potenza militare invece dello sviluppo all’interno della Russia e della diversificazione dell’economia, non abbiamo visto il tipo di progresso che avrei sperato di conseguire con la Russia. Ma le possibilità di progresso restano”. Al summit di Washington non ha partecipato  la Russia. Il governo di Mosca non era mai mancato. Ed  è stato difficile affrontare il tema senza quella che si stima sia la prima potenza atomica mondiale. Il giorno precedente l’apertura del vertice, Obama aveva fatto sapere sul Washington Post  che Russia e Stati Uniti avrebbero dovuto decidere insieme un’ulteriore riduzione dell’arsenale. Alla proposta, il portavoce del anche ,  aveva replicato dicendo che in questo momento tra i due paesi c’è poca collaborazione.

Di Isis Obama ha parlato anche in una sessione speciale a margine del summit, prevista da tempo ma che assume un “senso di urgenza” indubbio dopo gli attacchi a Bruxelles dello scorso 22 marzo.

Il presidente Usa ha ammesso che l’uso dei droni nel contrastare lo Stato islamico ha prodotto, qualche volta, uccisioni di civili innocenti, ma difende con forza l’operato della sua amministrazione: “Le nostre azioni sono dirette a colpire obiettivi importanti del terrorismo. Le nostre procedure sono rigorose e ci sono costanti valutazioni per evitare possibili errori”.

“Preoccupa”, poi, la Turchia guidata da Recep Tayyip Erdogan. Obama ha spiegato: “L’ho detto a lui direttamente: non è un segreto che ci sono alcuni trend in Turchia che mi preoccupano”. Con la Turchia e con Erdogan c’è vicinanza strategica e partnership produttiva per il presidente degli Stati Uniti il quale tuttavia ha sottolineato come ”non è un segreto che rispetto a certe tendenze in Turchia sono in difficoltà”. Obama ha quindi rimarcato le sue convinzioni in tema di libertà di stampa, di libertà religiosa, di democrazia, ”e non c’è dubbio che il presidente Erdogan è stato eletto più volte attraverso un processo democratico, credo però che il corso preso rispetto alla stampa potrebbe portare la Turchia su una strada problematica”.

“Confermiamo il nostro impegno”

A margine della conferenza stampa, poi,  Obama ha definito “ignoranti” le posizioni del candidato repubblicano in corsa repubblicana alla Casa Bianca, Donald Trump, il quale aveva proposto la possibilità che Giappone e Corea del Sud, alleati americani, sviluppassero potenzialità atomiche militari. Trump, infatti,  ha una linea completamente opposta a quella promossa dal Nuclear Security Summit, che considera disarmo e smaltimento punti cardini per la sicurezza nucleare.

Il presidente americano, Barak Obama e il suo omologo cinese, Xi Jinping.

Altro punto centrale della due giorni del Nuclear Security Summit, è stato l’accordo tra Stati Uniti e Cina perchè lavorino insieme per prevenire altri test missilistici e atomici della Corea del Nord. Il presidente americano ha avuto un incontro riservato con il suo omologo cinese Xi Jinping, seguito da altri colloqui sempre sull’argomento con i leader della Corea del Sud e Giappone.

Nel comunicato congiunto diffuso al termine del summit di Washington i leader del mondo si sono dichiarati uniti nei loro impegno a tenere le armi nucleari lontane dai terroristi. E hanno dichiarato: “Confermiamo il nostro impegno sul comune obiettivo di disarmo nucleare, sulla non proliferazione nucleare e sull’uso pacifico dell’energia nucleare”. Ma “C’è ancora molto lavoro da fare per evitare che attori non nazionali ottengano il nucleare o altro materiale radioattivo che potrebbe venire utilizzato per scopi malevoli”. Alla dichiarazione sono stati allegati cinque “piani d’azione” per migliorare il coordinamento degli stati membri con l’Agenzia per l’energia atomica e l’Interpol.

Il presidente Barak Obama è a fine mandato e questo del 2016 potrebbe essere l’ultimo NSS. Dunque Obama, che ha sponsorizzato molto l’iniziativa internazionale fin dalla prima edizione del 2010, ha tenuto la conferenza stampa conclusiva facendo il punto della situazione e auspicando che la traccia venga raccolta dal suo successore.

 

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