Contro l’accordo con la Turchia l’appello di Medici Senza Frontiere

Contro l’accordo con la Turchia l’appello di Medici Senza Frontiere

Oggi Medici Senza Frontiere (MSF) ha pubblicato una lettera in cui ha condannato l’accordo tra l’UE e la Turchia.

La lettera di MSF denuncia l’Europa

L’accordo siglato il 20 marzo scorso prevede che tutti i nuovi migranti irregolari, in viaggio dalla Turchia verso le isole greche, vengano ripresi da Ankara. Si tratta  per lo più di rifugiati provenienti da Siria, Iraq e Afghanistan. La lettera di MSF, indirizzata alle istituzioni europee e ai leader degli stati membri, denuncia l’Europa di non essersi assunta la responsabilità morale e legale  di fornire asilo alle persone che ne hanno assoluto bisogno.

Il presidente internazionale di Medici Senza Frontiere, Joanne Liu.

Il presidente internazionale di Medici Senza Frontiere, Joanne Liu, ha scritto: “Questo accordo minaccia il diritto di tutte le persone di chiedere asilo e viola il vostro dovere di assistere ogni uomo, donna o bambino che chieda protezione”. “Respingere le persone verso il loro ultimo paese di transito riduce il diritto di asilo a una mera moneta di scambio per tenere i rifugiati lontani dalle frontiere europee e dagli occhi dell’opinione pubblica e degli elettori”.

Il direttore di Frontex, Fabrice Leggeri.

Il direttore di Frontex, Fabrice Leggeri, ha reso noto che in seguito all’accordo Ue-Turchia, ma anche ai maggiori controlli messi in atto dalla Macedonia lungo le sue frontiere con la Grecia, “C’è stata una drastica riduzione degli arrivi sulle isole greche”. Gli arrivi di aprile, infatti, “sono ben al di sotto del numero di persone che spesso abbiamo visto arrivare quotidianamente sull’isola di Lesbo durante i mesi di picco dell’ultimo anno”.

Gli arrivi in Grecia sono stati il 90% in meno rispetto al mese precedente

Secondo l’agenzia per il controllo delle frontiere esterne dell’Ue, gli arrivi in Grecia sono stati circa 2700, il 90% in meno rispetto al mese precedente, controbilanciati dagli 8370  registrati nel Mediterraneo centrale. Cosicchè il numero degli arrivi di migranti in Italia ha superato lo scorso aprile, per la prima volta dal giugno del 2015, quello degli arrivi in Grecia. Frontex ha precisato che l’inversione di tendenza tra Grecia e Italia si è verificata nonostante il fatto che gli 8370 arrivi registrati nel Mediterraneo centrale rappresentino riduzioni del 13% rispetto al dato di marzo e del 50% rispetto a un anno fa. Secondo quanto si legge nella nota di Frontex la maggior parte dei migranti giunti in Italia sono di nazionalità eritrea, egiziana e nigeriana, mentre la maggior parte di coloro che continuano ad arrivare in Grecia sono siriani, seguiti da pachistani, afghani e iracheni. Dopo la chiusura della rotta balcanica e l’accordo Ue-Turchia per bloccare la traversata dalle coste turche fino alla Grecia, in migliaia si starebbero riversando lungo la rotta del Mediterraneo centrale, attraverso Egitto e Libia.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e il ministro della Difesa, Roberta Pinotti.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in Libano per una visita non preannunciata durante la quale ha incontrato nella base di Shama gli uomini e le donne del contingente italiano della missione UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon, la Forza di interposizione delle Nazioni Unite nel Sud del Libano), ha detto che “Quanto avviene in Siria ha un impatto immediato, oltre che sulla regione, sull’intera Unione europea, ad iniziare, ma non solo, dalla questione dei rifugiati. Su questo argomento si è aperto nell’Unione un dibattito dai toni talvolta sconsiderati, appartenenti a un passato remoto d’Europa e che, invece, qualcuno vorrebbe riproporre, dimenticando le tragedie che ha provocato”. Secondo il capo dello Stato, Unifil dimostra che si possono centrare “obiettivi difficili quando la comunità internazionale si muove in maniera corale, promuovendo stabilizzazione e pace. Di questa solidarietà collettiva e visione unitaria abbiamo sempre più bisogno. Oggi, la missione di Unifil è, se possibile, ancor più importante. Basta guardare a quanto accade nella vicina Siria, dove la tanto attesa tregua, raggiunta con grande fatica e dopo troppe atrocità, viene costantemente messa in discussione”.

Schaeuble sostiene l’Italia contro la politica del governo austriaco

Il ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schaeuble.

Un sostegno all’Italia è arrivato dal ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schaeuble che, in un’intervista all’Handelsblatt, ha criticato la politica del governo austriaco sul Brennero, spiegando che “I trafficanti troveranno nuove rotte. E noi dovremo mostrare solidarietà all’Italia. L’Austria dovrebbe sostenere l’Italia, invece di stabilire al Brennero, una delle frontiere più intrise di significato emotivo d’Europa, nuovi controlli”.

Ieri il Consiglio Ue ha dato  il via libera alla proposta della Commissione che consentirà a Germania, Austria, Svezia, Danimarca e Norvegia di mantenere per altri 6 mesi solo ed esclusivamente i controlli già in atto alle frontiere interne all’area Schengen, bloccando il tentativo dell’Austria di ottenere una sorta di “permesso preventivo” per introdurre controlli di frontiera al Brennero in deroga a quanto previsto dal trattato di Schengen. Vienna, sostenuta dalla Germania, aveva chiesto che nel testo della proroga venisse inserita una formula che permettesse l’applicazione di nuovi controlli, se necessario, anche ad altre frontiere (in primis quella con l’Italia e quindi al Brennero) senza dover seguire tutta la procedura preventiva prevista da Schengen. Consiglio e Commissione europea hanno giudicato l’ipotesi non compatibile con il diritto comunitario.

Il Papa è tornato a parlare dell’emergenza profughi

Papa Francesco.

Anche  il Papa è tornato a parlare dell’emergenza profughi davanti ai partecipanti alla conferenza internazionale promossa dalla fondazione Centesimus Annus-Pro Pontifice sul tema “L’iniziativa imprenditoriale nella lotta contro la povertà”. Nel suo intervento Papa Francesco ha sollecitato “un approccio più equo nei confronti dei bisogni e delle aspirazioni degli individui e dei popoli in tutto il mondo”.

Intanto circa mille migranti sono in arrivo in Sicilia e Calabria, soccorse da Guardia Costiera italiana e navi mercantili dirette nel nostro paese nel mare tra la Libia e Lampedusa. Nel porto commerciale di Augusta sta attraccando la nave Peluso con a bordo 342 extracomunitari. A Catania è in arrivo la nave Merikarhu con a bordo 250 migranti. Verso Palermo è in navigazione la Nave Rio Segura con 173 persone a bordo. Mentre la Nave Acquarius è  in navigazione verso Crotone con 233 migranti a bordo.

La maggior parte dei profughi sono siriani

La portavoce dell’agenzia Onu per i rifugiati, Carlotta Sami.

La maggior parte di loro sono siriani e, stando alle prime ricostruzioni, sarebbero partiti dalle coste egiziane. Una circostanza che preoccupa l’Unhcr.  La portavoce dell’agenzia Onu per i rifugiati, Carlotta Sami, ha spiegato: “Per la prima volta dopo almeno un anno arriveranno rifugiati siriani e iracheni, partiti dall’Egitto. È una novità. Da quello che sappiamo ci sono molte famiglie e minori. Il mare e i rischi non possono fermare chi ha alle spalle solo morte e distruzione”.

Solo ieri oltre ottocento migranti sono stati soccorsi nel canale di Sicilia dai mezzi di soccorso italiani ed europei coordinati dalla centrale operativa della Guardia Costiera. Anche in questo caso si è trattato in maggioranza di cittadini siriani, una circostanza che confermerebbe appunto le previsioni degli esperti, dopo la chiusura della rotta balcanica e l’accordo Ue-Turchia.

Boldrini: “A Pozzallo c’è senso di responsabilità”

Il presidente della Camera, Laura Boldrini.

Il presidente della Camera, Laura Boldrini, incontrando gli studenti nella scuola Amore di Pozzallo (Ragusa), nell’ambito di “Sabir, festival diffuso delle culture mediterranee”, ha detto: “A Pozzallo c’è senso di responsabilità, e io ringrazio il sindaco perché non alimenta contrasti e paure in momento in cui ci si lascia andare per avere facili consensi”. E ha ringraziato anche gli insegnati “presidio importante di cultura e legalità”. Poi Boldrini, ha dichiarato: “Non è possibile che l’Europa che ha una popolazione di 500 milioni di persone non riesca a gestire l’arrivo di un milione di rifugiati, che sono lo 0,2% degli abitanti del Vecchio Continente”.

Le previsioni per l’immediato futuro sono ancora più allarmanti. Il ministro degli Esteri dell’Uganda Kirunda Kivejinja, ha lanciato un altro allarme: “La chiusura dei campi profughi in Kenya provocherà l’arrivo nel Mediterraneo, e soprattutto in Italia, di almeno 600mila persone entro pochi mesi” provenienti dalla Libia. La previsione ha trovato conferme in uno studio dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.

 

A cura di Roberta d’Eramo

 

 

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