Migranti. L’Austria del ballottaggio ci riprova: 80 poliziotti al Brennero

Migranti. L’Austria del ballottaggio ci riprova: 80 poliziotti al Brennero

Nei giorni scorsi diversi gruppi di profughi hanno raggiunto l’Austria, passando per il Brennero.

Il numero di migranti entrato illegalmente in Austria sarebbe aumentato

Ciò, nonostante l’aumento delle forze dell’ordine italiane al confine per scongiurare l’espatrio di migranti. Le autorità austriache, dal presidente del Land Tirolo, Günther Platter, al sindaco del primo paese in territorio austriaco dopo il confine Gries am Brenner, Karl Muehlsteiger,  infatti sostengono che nell’ultima settimana il numero di migranti entrato illegalmente in Austria è aumentato.

In un primo momento le rassicurazioni di maggiori controlli da parte dell’Italia avevano tranquillizzato gli austriaci, che avevano fermato la costruzione, già cominciata, di una struttura di recinzione per i controlli. E il 13 maggio dai due ministri dell’Interno, Angelino Alfano e Wolfgang Sobotka, dopo un incontro al valico italo-austriaco, era stato scongiurato l’avvio della costruzione di una barriera da parte austriaca al Brennero per predisporre il cosiddetto “Grenzmanagement”, ovvero il controllo sistematico dei profughi.

Nessuna necessità di reintrodurre i controlli di frontiera

Il ministro dell’Interno austriaco, Wolfgang Sobotka e Angelino Alfano.

Recentemente anche il commissario Ue, Dimitris Avramopoulos, in una lettera ai ministri Paolo Gentiloni e Angelino Alfano, aveva spiegato di aver informato Vienna “che per il momento non abbiamo alcuna indicazione sulla necessità di reintrodurre i controlli di frontiera al Brennero nelle attuali circostanze, e questa decisione può essere presa solo come misura di ultima istanza, dopo una valutazione della sua adeguatezza e proporzionalità”.

Il commissario Ue, Dimitris Avramopoulos.

Ma  il presidente Platter, dato l’intensificarsi dell’afflusso dei profughi al confine del Brennero negli ultimi giorni, con l’arrivo di gruppi di profughi che hanno cercato di varcare il confine perlopiù a piedi, ha informato che la situazione è mutata. Così da martedì prossimo 24 maggio l’Austria intende schierare 80 poliziotti al confine italo-austriaco. Il ministro degli interni austriaco, Wolfgang Sobotka, ha assicurato al presidente Platter che da martedì al Brennero ci saranno 80 poliziotti in più per svolgere quei controlli che attualmente si possono svolgere nei limiti degli accordi di Schengen.

Dall’Italia inefficaci tranquillanti

Wolfgang Sobotka.

Ed è duro l’attacco alle autorità italiane sferrato dal governatore del Tirolo: “Non accetterò che gli italiani distribuiscano inefficaci tranquillanti su presunti controlli e da noi il numero di ingressi illegali aumenti nuovamente”.

Il governatore del Tirolo ha  parlato addirittura di “manovre ingannevoli” da parte italiana, per far sì che l’Austria non innalzi recinti al Brennero. Platter ha accusato l’Italia di non fare quanto dovuto per fermare i migranti: “L’Italia non ha mantenuto le promesse”.  E ha rimarcato “Gli italiani ci hanno promesso più volte di voler attivare controlli rigidi nei treni e anche nella zona di confine. Fino a poco fa questi controlli hanno dato i loro frutti e il numero di chi varcava il confine in modo illegale era diminuito. Ora però sempre più spesso vengono osservati gruppi di profughi che raggiungono Gries am Brenner a piedi”. Erano serie le promesse da parte del Ministero degli Interni italiano di effettuare i controlli sui migranti oppure uno stratagemma per impedire l’attivazione del management austriaco al confine del Brennero?”.

Al Brennero 80 poliziotti per i controlli

Il presidente del Land Tirolo, Günther Platter.

Poi ha aggiunto: “Ho protestato dal ministro dell’Interno Wolfgang Sobotka”. “Il ministro mi ha assicurato che da martedì verranno schierati al Brennero 80 poliziotti per i controlli che già ora sono possibili e, se verrà individuato un numero di profughi ancora più alto, chiederemo di attivare i controlli al confine come ipotizzato. Terremo la situazione sotto controllo”.

Il Viminale ha replicato parlando di sortita elettorale. Le parole di Platter, infatti, giungono alla vigilia del ballottaggio per le presidenziali in Austria. Domenica l’Austria torna al voto per decidere chi sarà il nuovo presidente della Repubblica, che per la prima volta vede esclusi i candidati di partiti socialdemocratico e popolare al governo. In linea con l’avanzata delle forze xenofobe e anti-europeiste in ascesa, potrebbe vincere la destra populista dell’Fpoe con il candidato Norbert Hofer, che cavalca la crisi dei migranti. A sfidarlo ci sarà  l’indipendente sostenuto dai Verdi, Alexander van der Bellen, cui è affidato il difficile compito di realizzare una rimonta miracolosa: il primo turno si era concluso con Hofer al 35% e Van der Belle al 21%.

Manzione: “Il sistema dei controlli funziona”

Il sottosegretario all’Interno con delega all’immigrazione, Domenico Manzione.

Secondo il sottosegretario all’Interno con delega all’immigrazione, Domenico Manzione, le dichiarazioni del presidente Platter, sulle promesse che l’Italia non avrebbe mantenuto a proposito dei controlli sui migranti al Brennero “Non trovano conforto nei dati e spiace che vengano da un’autorità che ha concordato con noi la strategia di intervento”. E ha  snocciolato i dati: il sistema dei controlli funziona, le accuse di non mantenere le promesse sono smentite dai dati. Questa sera è arrivata la replica del Viminale. Manzione ha detto:  “Abbiamo grande rispetto per le campagne elettorali degli altri Paesi, ma abbiamo soprattutto grande rispetto per la verità”. E ha precisato: “Per i flussi alla frontiera, abbiamo pattuglie miste che controllano i treni. Abbiamo mandato 50 uomini in più per potenziarle. I numeri delle persone intercettate è assai modesto. Prendiamo per esempio oggi: 14 persone in tutto di cui 5 richiedenti asilo in altri Paesi, 4 espulsi dall’Italia, 2 minori, 1 arrestato, 2 riammessi dall’Austria. Quindi questi ultimi sarebbero i soli ad avere attraversato la frontiera irregolarmente”.

La Polonia non si piegherà a nessun ultimatum dell’Ue

Il premier polacco, Beata Szydlo.

Intanto in Polonia il governo ha dichiarato che non si piegherà a nessun ultimatum dell’Ue. La Commissione europea aveva aperto un indagine sulla Polonia dopo la riforma della Consulta che minerebbe le basi dello stato democratico. Il premier polacco, Beata Szydlo, ha risposto al termine ultimo (23 maggio) fissato dalla commissione entro il quale Varsavia deve risolvere il contenzioso sulla Consulta per sanare lo stato di diritto in Polonia. Oggi Szydlo, durante un accesso dibattito in Parlamento, ha detto che  “Il governo polacco non si piegherà a nessun ultimatum e non permetterà di imporre ai polacchi la volontà degli altri”. La commissione Ue ha avvertito Varsavia che è pronta ad adottare ulteriori misure contro la Polonia a causa delle preoccupazioni destate dal partito conservatore Diritto e Giustizia (Pis).

 

A cura di Roberta d’Eramo

 

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