Ddl anticorruzione: slitta l’approdo in Aula

Ddl anticorruzione: slitta l’approdo in Aula

ddl anticorruzione

Il ministro della Giustizia Andrea Orlando

 

 

E’ fissato per giovedì il termine per la presentazione dei  subemendamenti alle proposte di modifica del relatore al ddl anticorruzione in Commissione Giustizia del Senato.

Il ddl anticorruzione

Anche se l’arrivo in Aula del testo era previsto in calendario tra mercoledì 4 e giovedì 5 marzo. Il relatore al ddl ha presentato due emendamenti che inaspriscono le pene per la corruzione in atti giudiziari e per l’induzione indebita a dare o promettere utilità. Per il primo reato le pene nella fattispecie non aggravata (che oggi sono da quattro a dieci anni) salgono a 6-12 anni; mentre per la fattispecie aggravata (che attualmente sono da cinque a dodici anni) se dal fatto deriva un’ingiusta condanna per qualcuno alla reclusione non oltre i 5 anni, la pena passa a 6-14 anni; se dal fatto deriva un’ingiusta condanna di qualcun’altro a una pena superiore ai 5 anni o l’ergastolo (le cui pene oggi sono da sei a 20 anni), si passa a 8-20 anni. Per l’induzione indebita l’attuale pena (di 4-10 anni) sale a 6-10 anni e sei mesi. Nel frattempo il governo ha trasmesso al ministero per i Rapporti con il Parlamento l’emendamento al ddl corruzione sul falso in bilancio che cancellerebbe la soglia di non punibilità ma prevederebbe una diminuzione della pena per il reato. Il testo non prevede più soglie di non punibilità né in percentuale né rispetto al volume d’affari mantenendo una distinzione solo tra società quotate e non quotate e abbassando la pena per queste ultime da un minimo di uno ad un massimo di cinque anni di detenzione. Resta in 3-8 anni la pena per le non quotate e la perseguibilità del reato d’ufficio.  Nei giorni scorsi il governo aveva manifestato l’intenzione di presentare l’emendamento direttamente in Aula con la conseguenza di  produrre forti polemiche (in particolare da parte di Forza Italia).

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