Baretta. Tagli alla spesa per oltre 7 mld di euro

Baretta. Tagli alla spesa per oltre 7 mld di euro

 

Il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta

 

 

Nella Relazione tecnica della legge di Stabilità, si legge che i tagli imposti dalla legge  ammontano a 3,1 miliardi di euro.

Abolizione della pubblicità sul gioco d’azzardo

Si prevedono ulteriori tagli lineari di 2,5 miliardi nel 2017 e 1,7 miliardi nel 2018. Il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, precisa che i tagli non lineari, ammontano invece a 218 milioni, affermando, quindi, che “il taglio della spesa complessivo è cresciuto negli ultimi dati, siamo arrivati a oltre 7 miliardi”. Baretta afferma che “Possono sembrare pochi ma sono uno sforzo di sistemazione di molte cose: stiamo facendo i costi standard per Regioni e Comuni”. Per quanto riguarda l’abolizione della pubblicità sul gioco d’azzardo, il sottosegretario dice che “lo Stato italiano può prendere questa decisione con tranquillità”. Il sottosegretario, infatti, conferma che il governo si aspetta 500 milioni di euro per l’aumento della tassa e altrettanti dal rinnovo delle concessioni alla cui gara “potranno partecipare anche gli ex centri trasmissione dati che aderiranno a una nuova sanatoria”. Baretta sottolinea che è anche previsto il taglio di 100.000 slot machine dalle attuali 400.000. In merito alla questione sanità il sottosegretario all’Economia dichiara che anziché operare tagli non verrà dato “alle Regioni il previsto aumento”. Baretta, aggiunge però che “complessivamente, c’è un piano di rientro di 2 miliardi di euro previsto perché sono emersi dei buchi per una gestione delle risorse che dovevano essere usate per pagare i debiti della Pa e che invece sono state usate per spesa corrente. Dobbiamo vedere con le Regioni come definire questo piano di rientro”. Nella relazione tecnica alla manovra si legge anche che la legge di stabilità ha sterilizzato nel 2016 16,8 miliardi di clausole di salvaguardia tra Iva e accise, ma lascia comunque “in eredità” per il 2017 15,1 miliardi di altrettanti aumenti, seguiti nel 2018 e nel 2019 da ulteriori rincari pari a 19,5 miliardi.

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