Renzi: “La Sinistra ideologica non vincerà mai”

Renzi: “La Sinistra ideologica non vincerà mai”

 

Il premier Matteo Renzi

 

Mentre questa mattina, al teatro Quirino di Roma, avveniva il battesimo ufficiale di “Sinistra italiana”,

“L’operazione è intrisa di ideologismo”

il premier Matteo Renzi ha retweettato l’articolo pubblicato sul Foglio on-line che riporta il  suo discorso pronunciato martedì scorso ai gruppi parlamentari del Pd. Renzi diceva: “La sinistra ideologica non vincerà, mai. Al massimo aiuta la destra a vincere”. Renzi osservava: “A sinistra l’operazione che stanno tentando alcuni nostri anche ex compagni di viaggio è secondo me intrisa di ideologismo. La rispetto, ma fa a pugni con la realtà. L’obiettivo della politica è fare i conti con la realtà, non confondere la realtà per ciò che non è. Il loro non è progetto politico, ma delirio onirico. Oggi non c’è uno spazio alla nostra sinistra per tentare di cambiare l’Italia”. “Sinistra italiana”  è il nuovo gruppo parlamentare della sinistra composto da 31 deputati, che ha esordito questa mattina, con la sua prima assemblea pubblica, al teatro Quirino di Roma. Ne fanno parte 25 deputati di Sel e 6 ex deputati del Pd. Mentre al Senato include 7 di Sel, Mineo e due ex M5s. Questa mattina, durante la presentazione,  Stefano Fassina ha detto: “Oggi con Sinistra italiana ci sono tantissimi iscritti al Pd e sarà sempre di più così perché la battaglia all’interno del partito non è più possibile, per la radicalità della deriva renziana. Dobbiamo bloccare il tentativo in atto di cancellare la sinistra, se vogliamo ricostruire il centrosinistra”. E Nichi Vendola, che non ha potuto essere presente per motivi familiari, ha inviato al teatro Quirino questo messaggio: Quella che nasce con “Sinistra italiana” è “una alleanza di uomini e donne che si ribellano alla mafia delle parole e che non accettano che la sinistra debba trionfare nel proprio suicidio. Oggi si costruisce un primo pezzo di “spazio pubblico” di ciò che potrà e vorrà essere la sinistra che non cede né alle lusinghe del potere né alle seduzioni dell’impotenza vestita di minoritarismo”. Il messaggio aggiungeva: “Se il lavoro torna ad essere merce, se i diritti sociali spariscono poco a poco, se la dignità delle persone diviene una variabile dipendente del mercato, se la democrazia viene ingabbiata nella retorica della governabilità e nel fascino di un “uomo solo al comando”, allora vuol dire che “fare la sinistra” è l’urgenza di un’Italia spaccata tra nord e sud, frammentata in clan e corporazioni, umiliata dal malaffare che abita tutti i palazzi del potere”. Poi il messaggio sottolineava  e concludeva: “Tocca a noi rimetterci in cammino, abituarci allo scambio plurale delle idee, camminare uniti ma camminare sui sentieri dell’innovazione, avere come bussola un vincolo di popolo, essere luogo di connessione di competenze e culture critiche, costruire un programma di governo all’altezza delle sfide e dei dilemmi del tempo nostro. Tocca a noi restituire senso alla parola sinistra e ricostruire il legame necessario tra la politica e la speranza di un mondo migliore. Abbiamo il dovere di provarci”. Questa mattina platea e palchi del Teatro Quirino erano stracolmi. In tanti, per motivi di sicurezza, non sono potuti entrare e sono rimasti fuori.  Gli organizzatori parlano di circa 500 persone. L’affollamento era tale che, tra un intervento e l’altro, Stefano Fassina, Alfredo D’Attorre, Nicola Fratoianni e Arturo Scotto, hanno deciso di uscire dal teatro e, in strada, hanno ripetuto ciò che veniva dichiarato dentro il teatro.

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