“Not in my name”. Per condannare la strage

“Not in my name”. Per condannare la strage

 

Il leader di Sinistra Italiana Stefano Fassina

 

A Roma, in piazza Santi Apostoli, oggi, si è svolta la manifestazione nazionale 

In piazza a “Not in my name” anche Camusso e Landini

delle comunità islamiche contro il terrorismo e le stragi di Parigi, “Not in my name”. All’inizio della manifestazione è stato osservato un minuto di silenzio per tutte le vittime del terrorismo. Dal palco del sit in è stata espressa “condanna netta contro tutti i terrorismi, quelli di Parigi sono stati drammatici. Noi siamo pronti per collaborare con le istituzioni per difenderci”. Il vicepresidente della Comunità religiosa islamica italiana (Coreis), l’Imam Yahya Sergio Yahe  Pallavicini, tra i promotori della manifestazione, ha detto: “I musulmani onesti denunciano l’abuso della nostra religione per la violenza”. Il segretario del Centro islamico della Grande Moschea della capitale, Abdellah Redouane, sintetizzando il senso della manifestazione, ha dichiarato: “Il messaggio è chiaro: il terrorismo non può continuare a colpire ovunque in nome dei musulmani. Da Roma vogliamo che tutto il mondo ci ascolti”. Uno dei cartelli portati alla manifestazione recitava: “L’Isis è un cancro del corpo islamico. Quello che hanno fatto è un attacco contro la comunità intera”. Una manifestante ha gridato: “Non abbiate paura di noi”. Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto esprimere la sua “vicinanza” ai musulmani moderati che hanno manifestato oggi, attraverso un messaggio inviato al Segretario Generale Redouane: “Gli assassini vogliono piegarci facendoci rinunciare ai valori di solidarietà e al nostro umanesimo. Noi non ci piegheremo”. Sul palco della manifestazione sono saliti anche alcuni politici italiani e rappresentanti delle istituzioni. Tra questi ultimi i presidenti delle Commissioni Esteri di Camera e Senato Fabrizio Cicchitto e Pierferdinando Casini e il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova. E poi Stefano Fassina e Luigi Manconi. Anche il parlamentare Pd di origine marocchina, Khalid Chaouki, che aveva lanciato un appello, raccolto con questa manifestazione. Ci sono anche sindacalisti come il segretario della Cgil Susanna Camusso e il leader della Fiom Maurizio Landini. Ed esponenti del mondo dello spettacolo come Paolo Virzi. A Milano, in piazza san Babila, per partecipare al presidio “Not in my name”, organizzato dal Coordinamento associazioni islamiche di Milano e Monza-Brianza (Caim ) e da altre 87 associazioni islamiche, si sono riuniti alcune centinaia di manifestanti. Il coordinatore del Caim, Davide Piccardo, ha detto: ”La islamofobia crea tensione e invece avremmo bisogni di convivenza e dialogo”. E ha aggiunto: “Siamo soddisfatti della partecipazione, che è il miglior modo per far capire che siamo contro ogni forma di violenza”. Poi ha dichiarato: ”No al terrorismo sì alle moschee, con il riconoscimento delle moschee ci sarebbe maggiore sicurezza per tutti. Non c’e’ spazio per il terrorismo e questa escalation di violenza ci preoccupa molto”.  Piccardo ha spiegato che ”E’ fondamentale il riconoscimento dei luoghi di preghiera. Ce ne sono 700, di cui 695 informali. Come possiamo istruire i nostri giovani ai valori dell’Islam in questo modo?”. Poi sul palco, in piazza San Babila, si sono alternati i rappresentanti delle altre associazioni islamiche. Il portavoce dell’Associazione Islamica delle Alpi, Brahim Baya, ha dichiarato: “no ai seminatori di odio e no al terrorismo, noi musulmani siamo cittadini di questo Paese e dobbiamo essere rispettati. I musulmani sono le prime vittime dei criminali dell’Isis”.

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