Slitta a mercoledì 24 l’esame del testo sulle Unioni Civili al Senato,
Nel Pd è guerra sulle Unioni Civili
dopo che il Movimento cinque stelle ha fatto sapere che avrebbe potuto votare contro il “super-canguro”. Il testo taglia-emendamenti di Andrea Marcucci, avrebbe fatto saltare anche quelli cattodem sulla stepchild adoption. Il capogruppo Pd al Senato, Luigi Zanda, ha dichiarato: “Ieri abbiamo registrato un fatto politico nuovo, un gruppo che sembrava favorevole a un iter del provvedimento ci ha ripensato. Quindi serve un lavoro di riflessione per riannodare dei fili politici”.
Così il Pd ha preso tempo e, dopo la richiesta del presidente dei senatori Pd Zanda di questa mattina, il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha convocato la Conferenza dei capigruppo spiegando che alla richiesta “hanno aderito anche altri capigruppo”. La Conferenza ha deciso lo slittamento a mercoledì. La senatrice cattodem Rosa Maria Di Giorgi, conversando con i giornalisti nel salone Garibaldi a Palazzo Madama, ha detto: “Ora vedremo cosa accadrà non escludo un ritorno del testo in Commissione. Probabilmente si dovrà ripensare, comunque, un percorso parlamentare”.
Ieri pomeriggio il senatore del M5S Alberto Airola, intervenendo nell’Aula di Palazzo Madama, chiedendo di “andare avanti con 500 emendamenti a voto palese”, aveva dichiarato: “Non me la sento di costringere il mio gruppo a votare l’emendamento “canguro” di Andrea Marcucci”. Il senatore Marcucci, presentatore dell’emendamento, aveva commentato: “Il movimento cinque stelle si prende una pesantissima responsabilità”. Il “canguro” è una prassi parlamentare, già usata in passato, che consente di votare gli emendamenti raggruppando non solo quelli uguali, ma anche quelli di contenuto analogo. Una volta approvato o bocciato il primo, decadono tutti gli altri. Sempre ieri, nell’Aula del Senato, durante l’esame del ddl Unioni civili, mentre parlava Nunzia Catalfo di M5S, sono volate parole grosse tra Alessandra Bencini, ex del movimento, oggi in Idv, e alcuni senatori Cinque Stelle, ed è quasi stata sfiorata la rissa. Nunzia Catalfo dichiarava: “Diciamo No a un rinvio della legge. Si discuta ora e seriamente. Si rinviino gli emendamenti farlocchi dei bigotti finti cattolici della destra”, secondo cui “non si possono barattare i diritti con la democrazia, che va rispettata con emendamenti che non siano ridicoli ma entrino nel merito e consentano al Parlamento di discutere in maniera seria”. Noi, ha ammonito Catalfo, “Non accettiamo strumentalizzazioni. Non abbiamo presentato alcun emendamento, per cui la legge a noi va bene così com’è. E non abbiamo fatto nessun accordo su emendamenti”.
Ora, dopo la richiesta di rinvio dell’esame del ddl Cirinnà avanzata dal Pd, è guerra all’interno del partito. Dalla minoranza Dem Roberto Speranza avverte: “Nessuno stralcio”, “Non è scontro tra laici e cattolici e bisogna cercare un accordo dentro il Pd. Mi aspetto che il Pd, che ha dimostrato anche in altre occasioni di avere i numeri, anche stavolta faccia la sua parte”.