Via libera del Senato alle Unioni civili

Via libera del Senato alle Unioni civili

 

Il presidente di Ala, Lucio Barani e il senatore Denis Verdini.

 

E’ stato salutato con un applauso dai banchi del Pd l’annuncio del sì del Senato

Senza i voti dei verdiniani il governo non avrebbe incassato la fiducia

sul maxi-emendamento sulle unioni civili, con 173 voti favorevoli, 71 contrari e nessun astenuto. Il provvedimento ora passa alla Camera. Come comunicato dal presidente Pietro Grasso, in Aula i senatori presenti erano 245 e hanno votato 244. I voti provenienti da Ala sono stati 18 su 19. Senza quei voti il governo ne avrebbe avuti solo 155 e quindi non avrebbe raggiunto la maggioranza assoluta, che a Palazzo madama è di 161, necessaria per incassare la fiducia. Dunque, come dichiarato dal presidente di Ala, Lucio Barani, i voti dei verdiniani sono risultati determinanti. Barani aveva dichiarato: “Abbiamo visto che siamo indispensabili per le riforme, siamo il paracadute di emergenza di una maggioranza che si deve aprire quando quello di ordinanza è in difficoltà”, “da luglio ci siamo aperti troppe volte perchè quello di ordinanza aveva troppe falle”. E aveva concluso: “Senza l’intervento di Ala la legge sarebbe stata affossata”. Il primo commento della senatrice, che ha dato il nome alla legge sulle unioni civili, Monica Cirinnà, dopo il voto di fiducia, è stato: “E’ un primo passo, una vittoria con un buco nel cuore. Questa è una legge importantissima ma penso anche ai figli di tanti amici. Ora dobbiamo fare un secondo passo, siamo a metà della scala”. Anche Matteo Renzi, su Facebook, dopo il via libera del Senato e rivendicando la decisione di mettere la fiducia sulle Unioni civil, ha commentato:  “La giornata di oggi resterà nella cronaca di questa Legislatura e nella storia del nostro Paese. Abbiamo legato la permanenza in vita del Governo a una battaglia per i diritti mettendo la fiducia. Non era accaduto prima, non è stato facile adesso. Ma era giusto farlo”. E ha affermato: “Se come minaccia qualcuno io andrò a casa perché “colpevole” di aver ampliato i diritti senza aver fatto male a nessuno, lo farò a testa alta. Perché oggi l’Italia è un Paese più forte. Perché oggi siamo tutti più forti”. D’altronde, pochi giorni fa, il premier Renzi, in un passaggio del suo intervento all’assemblea del Pd, lo aveva anticipato e, pronunciando una frase imbarazzante, aveva detto: “Al Senato i numeri sono questi. E sulla base di questi numeri abbiamo fatto un accordo forte con il gruppo di Verdini. Sono gli strani incontri. Sono gli strani amori, come direbbero a Sanremo”.

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