Speranza: “Discutiamo sull’ identità del partito”

Speranza: “Discutiamo sull’ identità del partito”

 

L’esponente della minoranza Pd, il bersaniano Roberto Speranza.

 

Ieri il maxi-emendamento sulle Unioni civili,

“Discutiamo sull’identità del Partito Democratico”

sul quale il governo ha chiesto la fiducia,  ha incassato il sì del Senato grazie al soccorso dei 18 voti del gruppo Ala del senatore Denis Verdini. Ed è stata subito polemica all’interno del Partito Democratico, già provato, in qualche sua parte, dalla menomazione del ddl Cirinnà negli articoli 5 e 3. Anche Monica Cirinnà, madrina del ddl, mossa da un’amarezza e delusione profonda, aveva detto: “Quello stralcio resta un buco nel mio cuore”. L’esponente della minoranza Pd, il bersaniano Roberto Speranza, oggi, verso mezzogiorno, ha incontrato i giornalisti alla Camera dichiarando: “Non si può più stare zitti ed è il momento che si faccia una discussione vera sull’identità del Partito Democratico. L’identità del Partito Democratico si può decidere solo in un congresso anticipato”. Speranza ha aggiunto:  “E’ chiaro che il voto di fiducia è un voto che costruisce il perimetro della maggioranza. Penso che sia un fatto molto grave e sia una scelta assolutamente sbagliata che non condivido e che tocca l’identità profonda del Partito Democratico. Il Pd è nato per esser cardine del centro-sinistra; giorno dopo giorno rischia di diventare altro. Questo per me non è accettabile”.  Poi ha spiegato: “Rispetto al governo Letta l’appoggio di esponenti di centrodestra è diverso perché allora era indispensabile avere quei voti per far nascere un governo. Ora si tratta di un governo che già esiste. E’ indispensabile ricordare la dialettica dinamica parlamentare di quei giorni. Questa  è una scelta politica che sta facendo altro. Si sta costruendo il disegno con residui del berlusconismo: penso questo sia sbagliato e credo che sia giusto che il nostro popolo e la nostra gente possano su questo discutere e valutare cosa ne pensano”. E ha concluso: “Il nostro popolo finisce per non capirci e, se continua così, ci troveremo con Verdini e company sempre più vicini ma il grosso del nostro popolo sempre più distante”. Pronta  la replica di Deborah Serracchiani, vicesegretaria del Pd. L’idea di un congresso anticipato, infatti,  non piace al gruppo dirigente del partito. Serracchiani ha quindi risposto: “A Speranza ricordo che Verdini ha votato la fiducia al governo Monti e l’ha votata al governo Letta, oltre ad aver votato ieri per le unioni civili, passaggio storico atteso da anni. Il gruppo di Verdini non c’entra nulla con il Pd, non fa parte del nostro partito e mai ne farà parte. L’unico a tenere quotidianamente insieme il Pd e Verdini è proprio Speranza, che insegue i propri fantasmi o forse più semplicemente le dichiarazioni dei Cinque Stelle e di Forza Italia. Forse, più che al congresso del Pd vuole candidarsi a segretario di Ala? Sicuramente avrebbe più chance. Se invece vuole candidarsi segretario del Pd si accomodi, ci metta la faccia al prossimo congresso. Vedremo chi vincerà e chi perderà”.

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