Sì del Senato all’omicidio stradale. Ora è legge

Sì del Senato all’omicidio stradale. Ora è legge

 

Il senatore del Pd, Luigi Cucca.

 

L’Aula del Senato ha detto “sì” al voto di fiducia

Renzi: “E’ stata dura, ora è realtà”

chiesto dal governo sul ddl per l’omicidio stradale, alla quinta lettura, dopo un’estenuante passaggio del testo tra i due rami del Parlamento.  Ora il ddl è legge. I voti a favore sono stati 149, i contrari 3 e gli astenuti 15. Il provvedimento istituisce il reato di omicidio stradale, che diventa un reato a sè, graduato su tre varianti. Nell’ipotesi base, quando cioè in un incidente la morte sia stata causata violando il codice della strada, resta la pena già prevista oggi (da 2 a 7 anni). Ma la sanzione penale sale sensibilmente negli altri casi. La legge inasprisce le pene per i pirati della strada (carcere fino a 20 anni con le aggravanti per chi fugge) e introduce l’arresto obbligatorio in flagranza per chi si metta alla guida ubriaco o sotto l’effetto degli stupefacenti e poi provochi un incidente mortale. Con le nuove regole, infatti, chi uccide una persona guidando in stato di ebbrezza grave, con un tasso alcolemico oltre 1,5 grammi per litro, o sotto effetto di droghe, rischierà da 8 a 12 anni di carcere. Sarà invece punito con la reclusione da 5 a 10 anni l’omicida il cui tasso alcolemico superi 0,8 g/l oppure abbia causato l’incidente per condotte di particolare pericolosità (eccesso di velocità, guida contromano, infrazioni ai semafori, sorpassi e inversioni a rischio).  La pena può però aumentare della metà se a morire è più di una persona: in quel caso il colpevole rischia fino a 18 anni di carcere. Quello licenziato è lo stesso testo che era stato approvato dalla Camera nella seduta del 21 gennaio 2016, con l’accoglimento di un emendamento che esclude l’arresto in flagranza per il responsabile di un incidente, dal quale derivi il delitto di lesioni personali colpose, se il conducente si ferma, presta assistenza e si mette a disposizione delle autorità.

Dopo il via libera alla legge il premier Matteo Renzi ha scritto su twitter: “Per Lorenzo, per Gabriele, per le vittime della strada. Per le loro famiglie. L’omicidio stradale è legge #finalmente”. E ha aggiunto: “E’ stata dura ma questa legge è realtà”. Il presidente del Consiglio scrivendo “finalmente” fa riferimento all’iter complicato di un DDL voluto all’inizio da tutti e poi ostacolato da più parti. Il percorso è iniziato quattro anni fa, con la prima raccolta delle firme da parte delle Associazioni Lorenzo Guarnieri, ASAPS e Gabriele Borgogni. Il primo firmatario fu proprio l’allora sindaco di Firenze,  Matteo Renzi. Nel frattempo sono cambiati 4 governi, commissioni parlamentari e ministri. L’iter è andato avanti fino a questa mattina, quando  il senato ha respinto la proposta di sospensiva chiesta dal senatore Carlo Giovanardi (Gal) che aveva definito il testo “squilibrato” e aveva chiesto il ritorno in commissione. Respinta la sospensiva, prima di iniziare la discussione generale, il senatore Lucio Malan (Fi) ha chiesto nuovamente la verifica del numero legale, il presidente Pietro Grasso ha verificato il conteggio e subito dopo è iniziata la discussione generale sul provvedimento. Nel frattempo il governo ha deciso di chiedere il voto di fiducia, scatenando altre polemiche, poi  l’approvazione.

Prima del voto, il relatore, Luigi Cucca del Pd, si è espresso in favore della legge dicendo che “darà una risposta seria e concreta alla domanda di giustizia troppe volte rimasta inascoltata in questi anni”, spiegando che “l’elemento centrale del ddl è il fatto che i reati vengono configurati esclusivamente sotto il profilo della colpa e quindi puniti con una reclusione la cui entità dipende dal grado della colpa stessa”.  Secondo il governo la questione di fiducia è stata giustificata dalla necessità di assicurare al provvedimento la chiusura di un iter parlamentare difficile.

L’ennesimo ricorso alla fiducia non ha trovato l’approvazione del Movimento 5 stelle. La capogruppo Nunzia Catalfo, ha dichiarato:  “Ormai siamo davanti a una pericolosissima cancellazione della democrazia parlamentare. Noi siamo pronti a votare sì, come abbiamo fatto alla Camera. Ma il governo lo vuole impedire con al fiducia”.

Al senatore di Gal, Carlo Giovanardi, che all’annuncio della fiducia aveva urlato “vergognatevi”, ha replicato in aula il ministro Maria Elena Boschi: “Questo governo non si deve vergognare di mettere la fiducia su un provvedimento così importante ma sono orgogliosa di porre la fiducia su un ddl a tutela delle vittime della strada”.

 

Lascia una risposta