Primarie Pd. Hanno vinto i renziani

Primarie Pd. Hanno vinto i renziani

 

Il candidato sindaco di Roma, Roberto Giachetti.

 

Sono terminate alle 22.00 di ieri, a Roma, le operazioni di voto per le primarie Pd 2016,

“Oggi abbiamo giocato un’amichevole”

nei 193 seggi allestiti nelle strade, a cura di circa 1000 volontari che hanno raccolto i voti dei romani. La sfida era tra Roberto Giachetti, Roberto Morassut, Stefano Pedica, Domenico Rossi, Gianfranco Mascia e Chiara Ferraro, la ragazza autistica. Tra i sei candidati ha vinto Roberto Giachetti con 27.968 voti, pari ad un’ampia maggioranza di circa il 64 per cento, mentre il suo principale avversario, Roberto Morassut, ne ha guadagnati 12.281, pari al 28 per cento. Giachetti era considerato il candidato di Matteo Renzi, ma era sostenuto anche da parte della minoranza del PD e aveva l’appoggio del presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti.

Subito dopo la vittoria, Giachetti ha detto: “Oggi abbiamo giocato un’amichevole. Io voglio vincere le elezioni a Roma e non è così scontato. Noi siamo in campo per vincere e io voglio vincere a modo mio restando una persona onesta e libera soprattutto”. E ancora: “In giunta con me ci saranno solo persone appassionate, che annuncerò 15 giorni prima del voto. Il mio programma è nato tra la gente, non è nato in uno studio a Milano della Casaleggio e associati. Io risponderò ai romani, non alla Casaleggio e associati”. Tra i fans di Roberto Morassut anche Alessandra Cattoi, braccio destro del sindaco Ignazio Marino fino al 30 ottobre 2015, quando ci furono le dimissioni in massa dei consiglieri Pd  che fecero cadere il sindaco. Cattoi aveva dichiarato: “domenica sarò a Milano per un impegno preso in precedenza, non so se riuscirò a rientare in tempo per votare. Ma nel caso voterei Morassut perchè è più vicino alla mia visione di città e più affine al modo con cui ho vissuto il mio mandato”.

A Roma le primarie del Pd non sono state un  successo, complici i vandali e il tempo. Il commissario del Pd, Matteo Orfini, aveva denunciato nella notte precedente atti vandalici contro alcuni gazebo. E sul profilo Facebook di Primarie Roma 2016 si è potuto leggere: “Nonostante i danni causati da pioggia e grandine, nonostante i generatori bagnati, i nostri straordinari volontari stanno tenendo i seggi aperti per dare a tutti la possibilità di votare. Questa è la passione del popolo del centrosinistra. A tutti loro va il nostro grazie! #6marzoseitu”. Il problema principale, però,  è stata la bassa affluenza alle urne. Nel 2013 gli elettori avevano superato i 100mila, mentre quest’anno si sono recati a votare circa 43mila persone. Poco male secondo la vicesegretaria Debora Serracchiani che ha sottolineato come i Cinquestelle scelgono con 3mila clic, “noi con 50mila persone”. Mentre altri attribuiscono la bassa affluenza alle urne alla disaffezione politica verso un partito che ancora non si è fatto perdonare il caso Marino. Le informazioni che arrivano da diversi seggi, inoltre, descrivono una platea di votanti caratterizzata soprattutto da anziani e pochi giovani. Anche se dal circolo di Torpignattara lo traducono così: “Ha votato lo zoccolo duro del partito”. Il massimo crollo dell’affluenza ai gazebo si è avuta a Ostia, il Municipio travolto dallo scandalo Mafia Capitale, sciolto per mafia (alle 18.00 avevano votato 1.403 romani),  dove nel 2013 i votanti erano stati circa 5mila.

Il Partito Democratico ha scelto con le primarie di domenica i candidati sindaco per le comunali della prossima primavera non solo di Roma ma anche di Napoli, Bolzano, Grosseto, Trieste e Benevento. A Napoli l’affluenza è stata alta, sopra le 30mila unità. Nei 78 seggi, infatti, hanno votato circa 30 mila persone. Nel 2015 per le primarie regionali tra De Luca e Cozzolino a Napoli avevano votato meno di 20 mila persone, ma alle primarie annullate del 2011 erano state 45 mila. I candidati sindaco proposti sono stati Valeria Valente, Antonio Bassolino, Marco Sarracino e Antonio Marfella. Ha vinto Valeria Valente con 13.250 voti. Valente è considerata vicina alla corrente di Matteo Orfini, ma con lei si era schierato quasi tutto il partito napoletano ad eccezione dei “bersaniani” che avevano appoggiato Marco Sarracino. Bassolino ha ottenuto 12.650 voti, Sarracino 3260 e Marfella 1036.

L’attenzione comunque è stata tutta su Roma, dove il centrosinistra si era impegnato a ripartire, dopo l’esperienza Ignazio Marino. Proprio l’ex sindaco ha ammesso di non aver votato, dichiarando: “Sto terminando il mio libro. Lo devo consegnare domani alla casa editrice per andare in stampa nei prossimi giorni. E chi ha lavorato con me o mi conosce lo sa, sono pignolo: sto controllando parola per parola, virgola per virgola, nome per nome, cognome per cognome. Questa città è una città straordinaria e in questo momento dalle forze della società civile può arrivare il cambiamento. Il desiderio di cambiamento non si ferma, siete voi, siamo noi”.

A criticare la scarsa affluenza ai gazebo è stato anche il leader della minoranza dem, Roberto Speranza. Secondo Speranza la bassa partecipazione alle primarie è un pericoloso segnale di disagio della base del partit. Il leader della minoranza dem ha dichiarato: “Noi non possiamo far finta di non vedere i numeri di ieri, che testimoniano difficoltà, inquietudine, disagio di un pezzo grande del nostro mondo”. E ha aggiunto che in particolare a Roma “c’è stato un pezzo grande del nostro mondo che non ha capito la fine di una esperienza dal notaio. Non si può sottovalutare il fatto che i numeri sono molto più bassi di quelli di anni fa”. Più in generale, però, “c’è un tema che riguarda il futuro del Pd, cosa sta diventando: molti se lo chiedono, sono preoccupati dell’esito e non partecipano alle primarie”. Ma Speranza denuncia anche il doppio ruolo del premier-segretario che non sta giovando al partito: “Il doppio incarico di Renzi non sta funzionando non c’è un segretario a tempo pieno e il Pd rischia di diventare un insieme di comitati elettorali e lasciare le porte spalancate al trasformismo”. Il leader della minoranza dem ha concluso: “La rottamazione è tradita e sbagliata se Renzi imbarca Verdini e lascia Bersani”.

Dunque i candidati del presidente del Consiglio, Roberto Giachetti e Valeria Valente, si sono imposti a Roma e Napoli per le prossime amministrative, come già successo a Milano con  Giuseppe Sala. Tradotto, ha vinto Matteo Renzi, che ha superato ancora una volta l’opposizione interna.

 

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