Trivelle. La Cei chiede la discussione

Trivelle. La Cei chiede la discussione

 

 

 

Ieri, in merito al referendum sulle trivellazioni in mare,

Fornaro. “Il PD ha nel dna la partecipazione dei cittadini”

ossia se consentire o meno agli impianti già esistenti entro la fascia costiera di continuare la coltivazione di petrolio e metano fino all’esaurimento del giacimento, anche oltre la scadenza della concessioni, il Pd ha scelto la via dell’astensione. Dopo il giudizio espresso dai vicesegretari, anticipato da una comunicazione all’Agcom sulla linea dell’astensione del Pd, oggi anche i Vescovi, con un documento della Cei, hanno chiesto che si discuta tenendo conto anche dell’enciclica Laudato sì di papa Francesco. I prelati hanno chiesto una “attenzione all’aspetto sociale” che  “ha portato i Vescovi a confrontarsi anche sulla questione ambientale e, in particolare, sulla tematica delle trivelle, concordando circa l’importanza che essa sia dibattuta nelle comunità per favorirne una soluzione appropriata alla luce dell’Enciclica Laudato sì di papa Francesco”.

I sostenitori del Referendum, a Roma, hanno dato il via ad un flashmob al Pantheon esponendo teli neri agitati come delle onde per rappresentare i rischi che il “mare nero” può portare lungo le coste italiane e lingue di fiamme lanciate da “un mangia fuoco” che improvvisamente hanno coperto un plastico di una piattaforma di estrazione petrolifera e il mare blu sottostante.

La coordinatrice del comitato nazionale delle associazioni “per il sì”, Maria Maranò,  ha spiegato: “Al Referendum, a cui manca un mese esatto, invitiamo i cittadini ad andare a votare perché questo referendum ha grande valore per le scelte energetiche che il nostro Paese deve fare in coerenza con gli impegni presi alla conferenza di Parigi”. E ha proseguito: “Questo referendum ha avuto l’approvazione della Corte Costituzionale e dichiararlo inutile come ha fatto il PD non è comprensibile; noi abbiamo accettato la sfida della campagna referendaria nonostante le condizioni e i tempi proibitivi che ci ha imposto il Governo, loro accettino la sfida di confrontarsi nelle urne e ne rispettino i risultati. Infine chiediamo che si apra un dibattito civile e leale tra ragioni del si è ragioni del no”.

Il Movimento 5S, dal blog di Beppe Grillo, ha attaccato la posizione del governo lanciando l’hastag #pdtrivellademocrazia. Il deputato, Alessandro Di Battista, ha dichiarato: “Il referendum è l’unico strumento che resta ai cittadini italiani per decidere, la Serracchiani si deve vergognare, il Pd è diventato verdiniano, in mano a Verdini, si deve vergognare che suggerisce ai cittadini italiani di non andare a votare, questi si chiamano partito democratico e dicono di non andare a votare, quello che faceva Berlusconi sul referendum per il nucleare, questi sono peggio di Berlusconi”.

Il senatore del Pd, Federico Fornaro, ha affermato: “Quando abbiamo recentemente chiesto di ripensare al doppio ruolo di segretario del PD e Presidente del Consiglio siamo stati tacciati di alimentare sterili polemiche. La vicenda del referendum sulle trivelle, invece, è lì a dimostrare che avevamo ragione noi. Un grande partito popolare come il PD, che ha nel suo dna la partecipazione dei cittadini, non può sostenere l’astensione: una scelta che rinnega la sua stessa storia e quella del centro-sinistra”.

Il senatore del Pd, Vannino Chiti, ha annunciato “Andrò a votare sì al referendum sulle trivellazioni e sostengo le motivazioni delle Regioni che l’hanno proposto. Nei referendum i partiti devono dare un orientamento ma poi lasciare sempre la libertà di voto”.

Il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Piero Lacorazza, ha detto: “Attenzione ad utilizzare lo scudo dei lavoratori per sostenere l’attività lobbistica delle compagnie petrolifere. Perché potremmo spiegare come le imprese in Basilicata operano con il 40 per cento di ribassi, i lavoratori hanno contratti a due mesi e anche coloro che sono stati formati secondo accordi e indicazioni delle compagne petrolifere non vengono assunti, come proprio in questi giorni hanno denunciati i sindacati”.

In un’intervista alla Stampa, Pier Luigi Bersani, con una metafora sulla resistenza, ha detto:  “Non regalo il partito a Renzi. Dobbiamo restare lì. Certo se quelli lì prendono il mitra allora ci toccherà andare in montagna. Altro che scissione…”.

I vicesegretari del Pd, Lorenzo Guerini e Debora Serracchiani, hanno spiegato che il referendum “non blocca le trivelle (che in Italia sono già bloccate entro le 12 miglia, normativa più dura in Ue): il quesito riguarda la durata delle concessioni in essere. Se passerà l’Italia dovrà licenziare migliaia di persone e comprare all’estero più gas e petrolio”. E il senatore, Benedetto Della Vedova, ha aggiunto: “Una perdita economica secca, senza nessun vantaggio ambientale”. Il presidente del Pd, Matteo Orfini, a margine di un convegno sull’Europa, ha dichiarato: “Il referendum sulle trivelle è sbagliato, non lo condivido, ritengo che la posizione giusta sia non partecipare alla consultazione, ma è una posizione di merito, ne discuteremo lunedì in direzione”.  E a chi accusa la segreteria di una posizione autoritaria, Orfini ha replicato: “Non capisco dove sia questa posizione autoritaria, lunedì c’è una direzione convocata per discutere. In direzione assumeremo questa decisione ma vorrei ricordare che stiamo parlando di un referendum su una legge votata dal Pd quando Roberto Speranza era capogruppo. Mi sembra naturale, ora, una posizione di non sostegno”.

Se i vicesegretari hanno spiegato che il referendum non si poteva accorpare alle comunali, la sinistra sostiene il contrario, ed è opinione diffusa nella minoranza, che se il Pd non vota sì, al Sud scompare.

Il deputato, Nico Stumpo, ha avvertito che la direzione non può essere ridotta a luogo di ratifica di decisioni prese “non si sa dove”.

Il leader della Sinistra dem, Gianni Cuperlo, anticipando che andrà alle urne, ha detto: “Definire inutile un referendum è sbagliato e non porta neppure bene. Usare la forza dei numeri riflette uno stile autoritario: pigiate il pedale del freno, subito”.

Infine, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha affermato. “Io e Obama siamo contrari alle trivellazioni. Il Pd siamo noi che lottiamo per l’ambiente non gli altri”.

Ora, in direzione,  si attende l’intervento del premier Matteo Renzi.

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