Papa Francesco prega per Bruxelles

Papa Francesco prega per Bruxelles

Papa Francesco.

 

 

All’indomani degli attacchi terroristici di Bruxelles, oggi, Papa Francesco, nel corso dell’udienza in piazza San Pietro,

La cultura contro il terrorismo

ha incentrato la sua riflessione sulla Settimana Santa, dicendo: “Tutto, in questi tre giorni, parla di misericordia, perché rende visibile fino a dove può giungere l’amore di Dio”. E ha aggiunto: “Il Mistero che adoriamo in questa Settimana Santa è una grande storia d’amore che non conosce ostacoli. La Passione di Gesù dura fino alla fine del mondo, perché è una storia di condivisione con le sofferenze di tutta l’umanità e una permanente presenza nelle vicende della vita personale di ognuno di noi”, concludendo: “Lasciamoci avvolgere da questa misericordia che ci viene incontro”. Poi ha espresso  tutto il suo dolore, dicendo: “Con cuore addolorato ho appreso le tristi notizie degli attentati terroristici di Bruxelles con numerose vittime e feriti”. Il Papa ha detto: “A tutti chiedo di perseverare nella preghiera e nel chiedere al Signore in questa settimana santa di confortare i cuori afflitti e di convertire i cuori di queste persone accecate dal fondamentalismo crudele”.  Papa Francesco ha chiesto anche una preghiera silenziosa per la “cara nazione belga e per tutti i morti, feriti e i loro parenti”.

Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in un intervento di questa mattina sul sito del “The Guardian”, ha affermato: “L’Unione europea deve essere risoluta questa volta dobbiamo investire nella sicurezza e difesa comune”. Non solo, “dobbiamo investire risorse, come l’Italia ha proposto in più occasioni, nelle nostre città e nelle periferie urbane anonime, portando scuole, infrastrutture e luoghi di aggregazione sociale”. Secondo il premier, una parte dell’impegno per contrastare il terrorismo è militare, ma “se vogliamo veramente salvare la prossima generazione”, un ruolo cruciale lo devono avere “gli insegnanti, i volontari e gli operatori sociali” e quindi la cultura, spiegando che, per affrontare una guerra che “durerà mesi, forse anni” serve una strategia di educazione e integrazione che non trasformi gli immigrati delle nostre città in potenziali kamikaze. Su un “patto europeo” che metta in comune sicurezza, intelligence e cultura è d’accordo anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella,  che ha chiesto di affrontare “questa sfida decisiva con una comune strategia, che consideri la questione in tutti i suoi aspetti: di sicurezza, militare, culturale, di cooperazione allo sviluppo” perchè “in gioco ci sono la libertà e il futuro della convivenza umana”.

Quelle di Renzi e Mattarella, in un momento in cui l’Europa fatica a trovare ricette comuni (dall’immigrazione alla politica economica), vengono recepite come parole di circostanza dagli avversari politici che, anche nel giorno del lutto, non hanno smesso di invocare risoluzioni di diversa natura da quelle indicate dal presidente del Consiglio e dal Capo dello Stato. Così Matteo Salvini, bloccato nella capitale belga, aveva parlato di “dichiarazione di guerra” dell’Isis alla quale si deve rispondere solo in due modi: “bonificare i ghetti via per via, palazzo per palazzo” e chiudere le frontiere. E oggi, nel breve comizio che ha tenuto ad Avezzano (L’Aquila), il leader della Lega ha detto: “Ieri a Bruxelles abbiamo vissuto una giornata impegnativa: è il caso di ricordare che i morti, e 32 li devono ancora riconoscere, sono i figli del buonismo dell’accoglienza a tutti i costi. E’ ora di dire che i potenziali delinquenti non devono venire a casa nostra”.

Mentre la candidata al Comune di Roma, Giorgia Meloni, contro il governo, ha dichiarato: “L’Europa brucia sotto i colpi dell’integralismo islamico e il governo sembra non accorgersene: Renzi, Alfano e Mattarella ci dicono che il terrorismo si combatte con la cultura ma è una frase buona per i cioccolatini”.

A Radio Cusano Campus, poi, Silvio Berlusconi ha detto: Su Bruxelles “c’è da essere molto addolorati ma anche molto preoccupati: tra i leader europei non ce ne sono, oggi, all’altezza della situazione, dotati di quelle doti di visione e coraggio” necessarie per “sconfiggere l’Isis”, sottolineando come l’Ue sia “in mano a piccoli politicanti, e sia diventata un agglomerato burocratico incapace di difendere se stessa”, affermando, invece, che  “L’Isis richiede interventi diretti in Iraq e Medio Oriente”.

Il premier ha risposto alle soluzioni sempliciste ribattendo:  “Chi dice “chiudiamo le frontiere” e oggi fa polemica non capisce che tutti i cittadini hanno bisogno di sentirsi parte della stessa comunità: di fronte ad attacchi come questi non c’è colore politico o partitico”. E ha convocato per questa mattina, in via eccezionale, la riunione di tutti i capigruppo di maggioranza e minoranza di Camera e Senato, che si svolge periodicamente, per fare il punto sui temi della sicurezza e della lotta al terrorismo. Al vertice a Palazzo Chigi erano presenti, oltre naturalmente i capigruppo,  i ministri degli Interni e degli Esteri Angelino Alfano e Paolo Gentiloni e i sottosegretari Marco Minniti e Claudio De Vincenti.  In apertura dell’incontro il premier Renzi ha detto: “Abbiamo, come tutti i partner, messo in campo tutte le misure di sicurezza necessarie, anche se non risulta ad ora una minaccia specifica in Italia”.

Dopo aver partecipato alla riunione sulla sicurezza, il capogruppo della Lega Nord alla Camera, Massimiliano Fedriga, e il vicepresidente dei senatori, Sergio Divina, hanno dichiarato: “Sulla creazione di una intelligence europea, noi pensiamo che sia necessaria una piattaforma di condivisione di informazioni in tempo reale, una maggiore sinergia delle forze ma che la scelta di demandare l’ennesimo potere all’Europa sia deleterio”.

Il capogruppo di FdI alla Camera, Fabio Rampelli, dopo l’incontro con Renzi, ha detto: “Non ci fidiamo di Renzi, mi pare evidente. Lo abbiamo contrastato in tutto e per tutto, perché consideriamo le misure di sicurezza sull’immigrazione insufficienti”. E ha aggiunto:  “C’è qualcosa che non funziona. In Italia non abbiamo certezza comprovata di un numero importante di terroristi solo perché abbiamo fatto gli indiani e non abbiamo preso le impronte”. “Ogni riunione costruttiva è positiva ma bisogna rivedere il modello di integrazione perché non sta funzionando, come dimostra quanto accaduto in Belgio. A Renzi abbiamo chiesto di rivedere quel modello. Bisogna affiancare alla solidarietà la capacità di fare selezione e noi l’abbiamo persa”.

All’uscita da Palazzo Chigi, Maurizio Lupi ha detto: “Il presidente del Consiglio ci ha informato che c’è una verifica in corso su una possibile vittima italiana” degli attacchi a Bruxelles. E ha aggiunto che la vittima sarebbe “una donna che era dispersa”: “E’ in corso la fase di riconoscimento, i familiari sono con il console a Bruxelles. Era una donna che prendeva normalmente la metropolitana e dovrebbe essere tra le vittime della metro ma la violenza dell’esplosione ha reso le vittime irriconoscibili”, ha riferito.

La Farnesina, infatti, stamattina ha parlato di una probabile vittima italiana, senza indicare nomi. Si tratta di Patricia Rizzo, impiegata presso un’agenzia della Commissione Ue, scomparsa dopo l’attentato alla metropolitana a Maalbeek. Familiari ed amici, assistiti dall’ambasciata italiana a Bruxelles, la stanno cercando in tutti gli ospedali della città, nella speranza di trovarla ancora in vita.

Oggi l’aeroporto di Fiumicino ha vissuto una giornata di serrati e rigorosi controlli di sicurezza, resi più difficili dal gran movimento di passeggeri in partenza per le festività pasquali. Pattuglie in divisa e in borghese, aumentate anche per numero di risorse messe in campo, con l’ausilio delle unità cinofile, hanno presidiato le zone di accesso dei passeggeri nelle aerostazioni, i gates d’imbarco, l’ingresso dei veicoli nell’area aeroportuale, e hanno vigilato su  titoli di viaggio e eventuali bagagli o pacchi abbandonati. Tutti i voli, di varie compagnie, tra Fiumicino e Bruxelles, 7 in partenza e 6 in arrivo, sono stati cancellati.

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