Tunisia. M5s: “L’onda nera presto in Sicilia”

Tunisia. M5s: “L’onda nera presto in Sicilia”

 

 

Ad  un mese dal referendum sulle trivellazioni, il 13 marzo scorso si è rotto un tratto di un centimetro di una tubazione del pozzo di estrazione Cercina 7, che si trova ad una distanza di 7 km dalle coste delle isole Kerkennah, in Tunisia al largo di Sfax, a soli 120 km da Lampedusa. Il 14 marzo la marea nera ha colpito alcune spiagge delle isole Kerkennah che vivono di pesca e turismo, provocando  gravissimi danni, denunciati dalla società civile residente sull’isola. Il fatto è stato praticamente ignorato dalla stampa, escluso qualche sito tunisino. I media locali hanno riportato la notizia che i ministeri tunisini della Salute e dell’Ambiente hanno aperto un’inchiesta per chiarire le responsabilità della società Thyna Petroleum Services, a cui sarebbe imputabile il danno.

 

Il deputato del Movimento 5 Stelle, Davide Crippa.

 

In merito all’incidente al pozzo di petrolio, il blog di Beppe Grillo, in un post di M5S Parlamento, ha chiesto se il Governo sia a conoscenza dell’incidente petrolifero. Sul blog il M5S chiede quali azioni di competenza il governo italiano stia mettendo in atto per monitorare ed evitare che la marea nera possa arrivare nei mari italiani e nelle vicine coste di Pantelleria, Lampedusa o dell’intera Sicilia. Dopo gli allarmi di Greenpeace e Legambiente il Movimento ha chiesto al governo d’intervenire per avere notizie certe e ha presentato interrogazioni al Senato e alla Camera a prima firma Vincenzo Santangelo e Davide Crippa. Nel blog si legge ancora:  “Quanto sta accadendo ci ricorda ogni giorno di più l’importanza di superare la società delle fonti fossili, andando verso una nuova economia rispettosa dell’ambiente, come richiesto anche nell’Enciclica “Laudato Si” di Papa Francesco. Per questo è importante che il prossimo 17 aprile tutti gli italiani si rechino alle urne per votare Si al referendum sulle trivellazioni marine”.

 

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