Ignazio Marino: “Un marziano a Roma”

Ignazio Marino: “Un marziano a Roma”

Il libro dell’ex sindaco di Roma, Ignazio Marino, “Un marziano a Roma”.

L’ex sindaco di Roma, Ignazio Marino, questa mattina, prima di raggiungere la sede della stampa estera dove era in programma la presentazione del suo libro, “Un marziano a Roma”, ha parlato ai microfoni di Radio Capital. Alla domanda quale candidato voterebbe alle prossime elezioni comunali nella Capitale, Marino ha risposto: “In questo momento è molto difficile fare una scelta di questo genere. Nessuno parla delle rotaie della metropolitana o di come migliorare trasporti e illuminazione. Vedo solo liti su personalismi e lotte di potere. Quando ci saranno dei programmi certamente si potranno esprimere delle opinioni. Ma al momento non vedo nessun candidato all’altezza di guidare una Capitale di un Paese del G7. Sono espressioni del secolo passato”.

“Si è fermato il cambiamento che non foraggiava i partiti, compreso il Pd”

“In questi giorni diversi candidati hanno detto non solo che non hanno un programma ma che non hanno neanche iniziato a scriverlo. Ve lo immaginate a Parigi a 60 giorni dal voto un candidato che dice di non avere ancora un programma?”. E ha aggiunto: “Credo  che in questo momento i partiti non hanno più la dignità per esprimere una candidatura in una città come Roma. Spero in un movimento e una mobilitazione civica”. E alla domanda se abbia intenzione di ricandidarsi nella Capitale, ha risposto: “La mia candidatura sarà tema di dibattito nelle prossime ore”,  aggiungendo: “Non è detto che poi sarò io. In Italia abbiamo superato i 60 milioni di abitanti e sono sicuro che tra loro c’è una donna o un uomo che sono all’altezza della guida di Roma”.

L’ex sindaco di Roma, Ignazio Marino, con uno dei suoi supporter.

Rispondendo alla domanda se la candidatura di Roberto Giachetti sia un passo avanti, Marino ha detto: “Giachetti non mi sembra un passo avanti”. E ha spiegato: “Il Partito democratico nel 2008, chiudendosi in una stanza e scegliendolo, ha voluto candidare Francesco Rutelli. Allora avevano scelto il candidato sindaco del 1993 che ricorda il secolo passato, adesso hanno scelto il capo della segreteria del candidato sindaco del 1993. Non mi sembra un grande passo avanti”. In merito ai rapporti con il Pd, l’ex sindaco ha detto: “Il Pd avrebbe molto gradito andassi in Alaska o in Nuova Zelanda”.”Ma sono rimasto a Roma a studiare e scrivere ed incontrare le tante persone che hanno apprezzato il cambiamento radicale che abbiamo portato avanti”.

Il premier Matteo Renzi.

Alla domanda se trovi la Capitale migliorata, Ignazio Marino ha risposto: “Se la vede dal punto di vista del capo del governo Roma è migliorata perché stanno ritornando le lobby. Il cittadino, rispetto alle lobby che governano la città e si riuniscono nei salotti, vanno a pranzo con il presidente del Consiglio e decidono quali devono essere le aree dove costruire, ne soffre”. “Le lobby ne hanno un grande vantaggio. D’altra parte è la politica che in questo momento sta conducendo un governo di centrodestra dove Matteo Renzi governa con gli uomini di Berlusconi. Il governo Renzi vuole tornare indietro perché vuole una Roma che sia nelle mani di questi costruttori che più che imprenditori sono “prenditori”. Poi, rivendicando quanto fatto quando sedeva al Campidoglio, ha detto: “Renzi mi ha cacciato per fermare il cambiamento”. “Nell’allontanarmi questo governo, che risponde a Matteo Renzi, ha fermato molti dei cambiamenti che noi avevamo messo in atto. Insomma si sta cercando di fermare il cambiamento che non alimentava, foraggiava i partiti, compreso il Pd”. E ha spiegato: “Stanno ricomparendo i tavolini abusivi, non sono state riparate le strade, non è stato attuato il piano di sostituzione di 192mila lampadine led in tutta la città. E perfino alcune persone scelte sulla base del curriculum, come il direttore generale dell’Ama che ha permesso di aumentare la differenziata, è stato allontanato”.

Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi e l’ex sindaco di Roma, Ignazio Marino.

In merito al commissario straordinario, Francesco Paolo Tronca, l’ex sindaco ha detto: “Non posso dare un giudizio su Tronca. E’ un servitore dello Stato che risponde a Palazzo Chigi”. E, rivolgendosi ai media, ha detto: “Noi non abbiamo avuto nessuna attenzione da tutti voi quando nel marzo 2015, con gli assessori Nieri e Cattoi, abbiamo pubblicato un database con i dati degli immobili comunali. Ve ne siete accorti 12 mesi dopo, quando lo ha affermato Tronca dopo essere andato a controllare quello che avevamo fatto noi. Quindi non posso che essere soddisfatto che il nostro lavoro venga portato avanti”.

Ignazio Marino alla sede della stampa estera.

Più tardi, nella sede della stampa estera, presentando il suo libro, “Un marziano a Roma”, nel quale ha scritto della sua esperienza in Campidoglio,  l’ex sindaco di Roma, Ignazio Marino, ha detto:  “Sono contento di aver avuto l’opportunità di governare Roma per 28 mesi e di scrivere un saggio che racconta quali sono gli ostacoli principali al buon governo, ostacoli che hanno portato ad accumulare quasi 24 miliardi di debiti dal dopoguerra ad oggi”. “Non mi tolgo nessun sassolino. È un racconto lineare, denso di numeri e dati. In questi giorni parlerò del mio libro e dell’analisi che fa di questa città, e di partiti voraci, sia a destra che a sinistra, che fingono di litigare durante il giorno e poi si siedono tutti a tavola con persone adesso anche arrestate”. “Non è una resa dei conti. È un libro che ho iniziato a scrivere a metà mandato in cui spiegavo come mi ero concentrato inizialmente sul risanamento dei conti e nella seconda parte del mandato avremmo di nuovo investito. Purtroppo il governo Renzi, nel momento in cui avevo terminato l’opera di risanamento economico, ha ordinato ai consiglieri del Pd di dimettersi”.

Ignazio Marino presenta il suo libro.

A chi gli chiedeva se durante il suo mandato non si fosse un pò isolato politicamente, Marino ha risposto: “Se avessi seguito tutti i consigli del Pd forse mi avrebbero messo in cella di isolamento”. L’ex primo cittadino della capitale ha attaccato il Partito democratico e soprattutto il premier Renzi, dicendo: “Il capo del governo ha preferito riallacciare il rapporto con le lobby”.

“Un capo del governo non eletto da nessuno”

E ha affermato: “L’atteggiamento di Renzi è irresponsabile. D’altra parte se lo può permettere perché è un presidente del Consiglio che non ha avuto neanche un voto”. “C’è stato un capo del governo non eletto da nessuno, credo che il nostro sia l’unico paese dei paesi europei che ha un capo del governo che non è passato attraverso il vaglio elettorale, che indica un commissario governativo al posto di un sindaco eletto dai centinaia di migliaia di cittadini”. “Credo questa sia una lesione di democrazia che è stata considerata con molta attenzione e preoccupazione dalle cancellerie di tutti i paesi stranieri”. Poi  ha spiegato: “Quando sono arrivato il debito di Roma aumentava di un milione al giorno. Non immaginavo di trovare questa situazione”. “Roma era in una situazione drammatica. Bisognava sganciarla dalle lobby, mentre il governo di Renzi preferisce sedersi a tavola con le lobby. E’ stato deciso a palazzo Chigi dove fare il villaggio olimpico ad esempio, nessuno è stato consultato”. Poi Marino ha attaccato: “La visione di una città compromessa con le lobby, a partire da quella dei costruttori, “è un’idea della città che aveva la destra. Forse Renzi vuole tornare a quei tavoli, a quei costruttori, a quella visione”. “Io avevo grandi aspettative su Renzi quando pronunciava parole in cui mi riconoscevo come la liberalizzazione rispetto a tante aziende che al comune non servono, o la scelta delle persone in base ai curricula e i risultati. O un’informazione radiotelevisiva che somigliasse alla Bbc. Siamo finiti invece in una situazione in cui il premier sceglie il direttore generale della Rai e i direttori delle reti. Se l’avesse fatto Berlusconi molti giornali si sarebbero ribellati”.

La Giunta Marino.

Marino ha aggiunto: “Ringrazio la mia giunta e tutti quelli che hanno lavorato con lealtà al comune”. “Trovare una situazione di debito così grave, una raccolta dei rifiuti con un monopolio affidato a un privato, e cambiare tutto questo è stato importante. Abbiamo risanato il debito, se fosse successo in un’azienda privata il cda avrebbe avuto parecchi milioni di premio”. “Parigi riceve dal governo nazionale 1 miliardo all’anno per gli extra costi della città. Questa città accoglie mediamente 1400 manifestazioni nazionali all’anno, la giornata di canonizzazione dei due Papi è costata circa 7 milioni pagati con i soldi dei contribuenti romani. Io penso che una giornata come quella è una giornata di carattere nazionale per cui evidentemente occorrono anche i denari della nazione. Londra riceve 2 miliardi di euro. Qui occorrono investimenti sulla Capitale, ma bisogna amarla la Capitale, evidentemente il nostro capo del Governo non ama Roma”. Sul caso scontrini l’ex sindaco di Roma ha detto: “Non ho mai utilizzato denaro pubblico a fini privati. Anzi ho utilizzato denaro privato per interesse pubblico. Sono assolutamente sereno, non ho dichiarato il falso”. “Renzi, da residente della Provincia di Firenze, mi pare in un anno ha speso in rappresentanza rispetto ai miei 12mila euro circa 600mila euro. Mentre io li ho pubblicati immediatamente in rete, il Comune di Firenze, né sotto il governo Renzi né Nardella, ha ritenuto giusto, democratico e trasparente pubblicare quegli scontrini. Ognuno ha la visione della democrazia con la quale culturalmente è cresciuto”.

Ignazio Marino e Papa Francesco.

Nel suo libro in uscita Marino ha dedicato un capitolo al caso “Papa Francesco” scoppiato durante la fine della consiliatura. L’ex sindaco ha detto: “Ho avuto una piacevole conversazione con Papa Francesco durante la quale ho ripercorso in termini severi la mia visione dei fatti. Non va attribuito a lui ciò che va attribuito a Renzi e al Pd. Ma alcuni hanno voluto interpretare le sue parole come un via libera contro Marino per potersi liberare di questa figura scomoda”. “L’incontro si è tenuto il 1 febbraio. Abbiamo stabilito che avrei raccontato gli incontri avuti con lui e che lui avrebbe letto il testo prima della pubblicazione”. “Racconto in modo molto semplice quello che è accaduto e sono felice del rapporto umano e personale nei confronti di un uomo che sta rivoluzionando la Chiesa. Certamente l’interpretazione delle sue parole, fatta strumentalmente dalla politica, mi aveva molto addolorato”. “Questo non è un pontefice che si occupa di problemi o questioni politiche interne di un Paese, il Santo Padre è un uomo con una visione universale”.

“Il libro è un gesto di amore verso Roma”

Marino ha concluso: “Non è né un testamento né una vendetta, è un libro semplicemente. Raccogliere dati, studiarli e archiviarli fa parte dei compiti di un professionista. Nasce come un gesto di amore verso una città, verso i tanti romani e romane per bene.È un’analisi per capire il perché abbiamo tante difficoltà nei trasporti, perché si è permesso che si costruisse in luoghi senza strade e asili, del come si sia arrivati a un tale debito nel 2008. E perché tutto questo deve essere fermato”.

 

 

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