Matteo Renzi è tornato. Nella enews il racconto della visita negli Usa

Matteo Renzi è tornato. Nella enews il racconto della visita negli Usa

Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi con la moglie.

Matteo Renzi è  volato martedì negli Usa per una missione di quattro giorni che lo ha visto impegnato in un’agenda fittissima di incontri e visite che sono culminate giovedì con la tappa a Washington per il Nuclear Security Summit.Un appuntamento sulla sicurezza nucleare del pianeta, creato da Obama e giunto alla quarta edizione, dove gli Stati più potenti si sono ritrovati  per decidere una strategia comune.

Renzi: “Sono molto felice dei risultati”

Oggi lo stesso Renzi lo ha raccontato nella sua enews: “Sono appena rientrato da una bella missione di quattro giorni negli Stati Uniti. E vi confesso di essere molto felice dei risultati. Trentamiladuecentocinquantasette km, novantasei ore, quattro Stati toccati”. ” E dopo questa bella missione, adesso sto fisso a Roma per qualche giorno”.

Il premier Matteo Renzi e il sindaco di Chicago, Rahm Emanuel.

Martedì 29 marzo Renzi,  in Nevada,  ha inaugurato il sito italiano di Green Power Enel di Stillwater, il primo ibrido (geotermia-fotovoltaico-termodinamico) al mondo. Renzi ha affermato: “Se investiamo in tecnologia possiamo creare un mondo nuovo. Questo è un simbolo della collaborazione possibile tra Usa e Italia: il futuro è l’energia e la tecnologia. Basta con la rassegnazione che dice che la globalizzazione fa male all’Italia: la globalizzazione è la più grande occasione che l’Italia ha per tornare a essere se stessa”.

Mercoledì  30 marzo, a Chicago, in Illinois. Nell’enews Renzi ha dichiarato: “Il Sindaco di Chicago si chiama Rahm Emanuel. È un leader tosto, che è stato in passato capo dello staff del Presidente alla Casa Bianca. Siamo andati a correre insieme, lungo il lago, alle 6.30 del mattino. E mentre discutevamo di Trump e di primarie, di Europa e terrorismo, di economia e scuole lo vedevo improvvisamente accendersi quando poteva mostrarmi una pista ciclabile nuova o un investimento in corso. I sindaci li riconosci da questo: sono innamorati delle proprie città, sono entusiasti di realizzare progetti che vedono crescere sulla carta e poi nella realtà”. Oltre alla scuola italiana, il premier ha visitato il FermiLab (il cui acronimo si rifà a Enrico Fermi), il National Accelerator Laboratory dove è stato scoperto il bosone. Nel pomeriggio ha aperto la Italy and Us discussion on the 21th Century manifacturing Revolutivon all’Università di Chicago, prima di andare in Massachusetts.

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“Una delle grandi eredità di Obama”

Giovedì 31, a Boston, in  mattinata  è andato  al Centro Watson Healt dell’Ibm. Renzi ha scritto: “È importante uscire dalla retorica trita e ritrita della fuga dei cervelli: in un mondo globale stare all’estero può non essere una fuga ma un’occasione anche per il territorio d’origine”. La tappa si è conclusa con un intervento all’Università di Harvard. Poi il vertice più importante, il Nuclear Security Summit, a Washington, prolungatosi fino al  primo aprile. Il presidente del Consiglio ha detto: “Una delle grandi eredità di Obama è questa iniziativa sulla lotta alla proliferazione e sulla sicurezza nucleare. Il vertice di Washington (nel quale ho portato tra gli altri l’esempio della scuola internazionale di Trieste) è andato esattamente in questa direzione. Ci sarà tempo da qui a novembre per una riflessione più approfondita sul lascito politico della presidenza Obama in politica estera, a cominciare da Cuba e dall’Iran”.

Il premier Matteo Renzi al Nuclear Security Summit, a Washington.

Renzi, dopo aver raccontato cosa è successo dall’altra parte dell’Oceano, poi, come dovuto, ha affrontato l’argomento spinoso delle dimissioni del ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, spiegando cosa è accaduto, dal suo punto di vista. Renzi ha scritto: “Nei primi giorni della missione negli Stati Uniti la stampa ci ha seguito con grande attenzione. Poi è scoppiata la polemica su Federica Guidi e i media si sono spostati su questa vicenda”. “La storia è molto semplice. Nel 2014 il Governo ha autorizzato lo sblocco di un progetto industriale francese in Basilicata, fermo dal 1989, il progetto Tempa Rossa. Ci lamentiamo che nel Sud non c’è lavoro. Bene, se ci sono investimenti stranieri che sono bloccati da 25 anni anziché parlare, diamo loro le autorizzazioni, no? Avevo già annunciato pubblicamente, in più sedi, che avremmo dato il via libera a questo progetto. Quando l’emendamento è stato formalmente presentato, il ministro dello sviluppo economico lo ha comunicato in anticipo al suo compagno, che si è scoperto poi essere interessato al business.

L’ex ministro per lo Sviluppo economico, Federica Guidi.

Così facendo Federica Guidi ha compiuto un errore e giustamente ha deciso subito di dare le dimissioni, per evidenti ragioni di opportunità”. “Ricordate quando nel 2013 (ero ancora Sindaco) chiesi le dimissioni del ministro Cancellieri per una telefonata inopportuna? Noi pensiamo che la coerenza non sia un optional. E se è vero che il Governo di allora non volle procedere alle dimissioni, noi ci siamo comportati in modo diverso. Perché -diciamo la verità- noi siamo oggettivamente diversi da chi ci ha preceduto: se uno sbaglia, con noi paga. E a quelli che vogliono far credere che siamo tutti uguali rispondiamo con i fatti.” “Federica ha lavorato con molta determinazione e passione. La sua disponibilità a fare un passo indietro, immediata, ha gettato nel panico le varie opposizioni.

Renzi: “Andremo in Parlamento”

Che a quel punto non sapendo che cosa fare hanno iniziato a urlare ancora più forte, chiedendo le dimissioni dell’intero governo, responsabile non si sa bene di che cosa. E presentando l’ennesima mozione di sfiducia. Andremo in Parlamento, spero il prima possibile. E ancora una volta il Parlamento potrà mandarci a casa, se vorrà. Ma non credo succederà neanche stavolta”. “Perché le opposizioni sanno perfettamente che l’unico modo per molti di loro di restare aggrappati a una poltrona comoda e ben pagata è che questa legislatura vada avanti: con la nuova legge elettorale e con le preferenze, molti di loro non rientrerebbero in Parlamento nemmeno con le gite scolastiche. E quando la nostra riforma costituzionale sarà finalmente Legge e i posti da parlamentare diminuiranno in modo drastico, la stragrande maggioranza dei deputati delle opposizioni proveranno l’ebbrezza di tornare a lavorare, anziché pontificare tutti i giorni sulle agenzie di stampa. Loro parlano, noi stiamo cambiando l’Italia”. “Dunque faranno ancora qualche piccolo show in Aula. E poi torneranno alle loro cene romane a fantasticare su nuovi complotti: del resto i capipopolo sono persone che pensano che l’uomo non sia mai andato sulla Luna, che le sirene esistono, che la mafia non ha mai ucciso nessuno. Noi del Governo invece non raccoglieremo le polemiche, continueremo a lavorare, per l’Italia e per gli italiani. Perché anche questa missione ci conferma che l’Italia c’è, è forte, è ricca di energie e di talenti”.

 

Matteo Renzi.

Poi Renzi, firmandosi Matteo,  ha lanciato la stoccata finale, con un “sorriso” (è con questa espressione che ha saluto coloro che lo hanno seguito nella lettura di questa enews).  Il premier, definendolo “pensierino della sera”,  ha scritto: “Ho detto che noi del Governo non raccogliamo le loro polemiche. Ma il PD invece ha il dovere di reagire. Io credo nella polemica politica e penso che sia giusto che ognuno dica la sua, in piena libertà. Ma esiste un limite e quel limite lo traccia il codice penale. Per questo il PD ha deciso di querelare in sede civile e penale Beppe Grillo che pure alle condanne penali -a differenza nostra- è abituato. Perché lo ha fatto? Perché Grillo non si è limitato alle polemiche, anche dure. Ha detto che su questa vicenda il PD “è colluso e complice. Tutti con le mani sporche di petrolio e di soldi.” Sono parole pesanti come pietre: colluso, complice, mani sporche di denaro”. “Ora io conosco la comunità delle donne e degli uomini del PD. Sono persone per bene, volontari con passione politica, gente che tiene i circoli aperti, organizza i tavolini nelle piazze, fa i tortellini alla Festa dell’Unità”.

Il leader del Movimento Cinque Stelle, Beppe Grillo.

“Accusare questa grande comunità di fare errori o di aver scelto come leader uno non capace significa fare una polemica politica discutibile quanto si vuole, ma politica. Accusarla di essere complice e collusa, con le mani sporche di denaro e petrolio significa insultare donne e uomini che non lo meritano. Andremo in tribunale e chiederemo a Beppe Grillo i danni.

“Siamo persone oneste”

Ho già detto al tesoriere del partito che non si faccia venire strane idee perché nessun centesimo andrà al partito nazionale: tutto il risarcimento danni sarà dedicato ai circoli del PD. Alle feste dell’Unità. All’attività dei volontari e dei militanti. Noi possiamo sbagliare, come tutti. Possiamo scegliere strategie più o meno efficaci. Possiamo essere antipatici o arroganti. Ma noi siamo persone oneste. E chi mette in discussione la nostra onestà ne risponde nelle sedi opportune. Perché i militanti del PD non meritano gli insulti di un pregiudicato”.

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