Renzi: ” Quell’emendamento “è roba mia”

Renzi: ” Quell’emendamento “è roba mia”

Il premier Matteo Renzi e Lucia Annunziata.

Il premier Matteo Renzi ospite della trasmissione televisiva “In mezz’ora” di Lucia Annunziata su Rai3, ha parlato della polemica sull’inchiesta petrolio in Basilicata che ha portato alle dimissioni del ministro per lo Sviluppo economico, Federica Guidi.

Renzi: “Ho scelto io”

Renzi ha detto: “C’è il presidente del Consiglio che è coinvolto se questo è il tema: ho scelto io di fare questo emendamento, lo rivendico per forza. Le opere pubbliche sono state bloccate per anni e l’idea di sbloccare le opere pubbliche l’abbiamo presa noi per Tempa Rossa, per Pompei, per Bagnoli e per altre opere”, quell’emendamento “è roba mia”.

Matteo Renzi e Lucia Annunziata.

E ha aggiunto: “Noi questo Paese lo stiamo talmente cambiando che se i magistrati vogliono mi interroghino non solo su Tempa Rossa ma su quello che vogliono”. Poi ha affermato: “Dire che noi siamo quelli delle lobby, noi che abbiamo fatto la legge sui reati ambientali, approvato pene più dure sulla corruzione, chiamato Cantone all’Anac, salvato l’Expo con Sala, il conflitto d’interessi ora al Senato dopo la prima lettura, mi fa schiantare dalle risate tecnicamente parlando”.

 

Beppe Grillo.

E ha aggiunto: “Io non credo ai complotti dai tempi di Aldo Biscardi, credo che ci sia legittimamente e giustamente una battaglia politica contro di noi da parte di tante persone. Non definirei Grillo e Berlusconi poteri forti, piuttosto pensiero debole e loro cercano giustamente di bloccare questo tentativo di rimetter in piedi l’Italia”, aggiungendo che “a me dà noia quando mettono in discussione la mia onestà, sono un ragazzo di Rignano sull’Arno. Possono dirmi che non sono capace ma non disonesto”.  Lucia Annunziata ha chiesto al premier come sia stato possibile che il governo non sapesse dell’inchiesta, e Renzi ha risposto: “Noi non sapevamo delle indagini, è giusto così”, “io non devo essere messo a conoscenza delle indagini giudiziarie, ne abbiamo avuti troppi di presidenti del Consiglio che mettevano il becco nelle indagini giudiziarie.

Il problema non è l’emendamento

Un paese civile vede la distinzione tra potere giudiziario e legislativo”. Per questo Renzi ha invitato “i magistrati a fare il massimo degli sforzi” per scoprire “se qualcuno ha pagato tangenti o ha fatto degli illeciti”. In merito alla richiesta di dimissioni da parte delle opposizioni per il ministro Boschi, Renzi ha detto: “Se il ministro dei Rapporti con il Parlamento non controlla e verifica gli emendamenti, che ci sta a fare? Non è l’emendamento in sé il problema ma se qualcuno commette atti illeciti. Se ci sono opere non vanno bloccate le opere, se qualcuno ruba va bloccato il ladro”.

Matteo Renzi.

Renzi ha ribadito che nel suo governo “tutti quelli che si trovano ad aver commesso un errore si devono dimettere, io per primo”. Sul giudizio in merito al capo di Stato Maggiore della Marina Militare, Giuseppe De Giorgi indagato, Renzi ha risposto: “Lo stimo molto, credo sia una persona di cui l’Italia può essere orgogliosa, se ha commesso degli errori andrà in tribunale”. E sui rischi di danni ambientali nella zona del giacimento Tempa Rossa, ha dichiarato: “Per adesso dopo 27 anni non è stato tirato fuori un goccio di petrolio perché le autorizzazioni sono state rinviate come spesso succede in Italia”. Il segretario del Pd ha anche ribadito la posizione per l’astensione al referendum sulle trivelle. “Questa legge sulle trivelle l’ha fatta il Pd, è evidente che spera che fallisca ma chi vuole andare a votare, scelga liberamente che cosa votare. Non stiamo con il fucile puntato. La linea è sempre stata questa, no news. Ma a chi dice che non bisogna indicare il non voto, ricordo che al referendum del 2003 la Quercia disse di non andare a votare sull’ art.18”.

Grillo: “Per Renzi lo scandalo è il Movimento 5 Stelle”

Intanto, sul blog di Beppe Grillo viene lanciato l’hashtag #querelacitutti Grillo ha scritto: “Il Bomba ha annunciato che querelerà Beppe Grillo e il MoVimento 5 Stelle perché hanno osato dire ciò che è sotto gli occhi di tutti, cioè che questo è un governo asservito alle lobby del petrolio e delle banche, invischiato in conflitti di interessi giganteschi, che fa leggi non per i cittadini, ma per garantire gli affari del compagno dell’ex ministro Guidi o per salvare la banca del padre della Boschi”.

“Il problema, per il Bomba, non è lo scandalo che travolge il suo ministro e il suo intero governo, per lui lo scandalo è il Movimento 5 Stelle che denuncia ciò che è accaduto. Per questo annuncia querela, per provare a intimidire e imbavagliare”. “Peccato che questa voce rappresenta 9 milioni di italiani onesti che non ne possono più. Questa voce il bomba non può zittirla, le sue minacce di querela non serviranno a nulla se non a rafforzarla”. Ieri sera, in un’intervista al quotidiano La Stampa in edicola oggi, il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, è intervenuta sullo scandalo petrolio che ha portato alle dimissioni il ministro Federica Guidi. Boschi ha detto: “Io quel provvedimento lo difendo, risponde a una necessità, crea lavoro. Naturalmente posso sbagliare, non dico di essere perfetta. Ma anche nei miei errori c’è sempre la buonafede, mai la lusinga di qualcuno o gli interessi personali”.

Il ministro per le Riforme e i Rapporti col Parlamento, Maria Elena Boschi.

Poi ha parlato di “poteri forti” schierati contro il governo, dicendo: “Ci attaccano i poteri proprio perché non siamo schiavi dei poteri forti, non siamo il terminale di niente e di nessuno. Questo non piace a molti”. Boschi ha precisato di non avere mai incontrato o conosciuto il compagno del ministro dimissionario: “Ogni settore che smuove posti di lavoro ha le sue lobby. Noi abbiamo una linea chiara: sbloccare il Paese, toglierlo dalle sabbie mobili della burocrazia. Vale per le estrazioni, per l’edilizia che ha perso oltre mezzo milione di posti di lavoro, per la banda larga. Non sapevo nulla del compagno di Federica. Ma conosco molto bene il provvedimento, atteso dal 1989. Era ed è sacrosanto. Se poi il compagno di Guidi o chiunque altro ha violato la legge, giusto che ne risponda. Noi abbiamo semplicemente fatto la cosa giusta per l’Italia”. E ancora: “Io con i colleghi parlo di tutti gli emendamenti. Faccio questo di mestiere: il ministro dei Rapporti col Parlamento”. E in merito  a possibili favori nei confronti del padre, Boschi ha affermato: “Io favori a mio padre? Non c’ero nelle riunioni, il decreto lo fece il Mef”.

 

 

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