Comunali 2016. Le grandi città tutte al ballottaggio

Comunali 2016. Le grandi città tutte al ballottaggio

Due settimane. Ancora due settimane per capire, numeri alla mano, quanto alta si è fatta l’ondata di protesta anti-Pd, in un panorama di bassa affluenza alle urne che è stata del 62,14%, ancora più bassa rispetto alle precedenti elezioni in cui aveva votato il 67,42% degli elettori.

Roma, Milano, Torino, Bologna e Napoli al secondo turno

Il giorno dopo il primo turno delle elezioni comunali del 5 giugno, che hanno portato al voto 13 milioni di italiani in 1342 comuni, tutte le città capoluogo di Regione: Roma, Milano, Torino, Bologna, Napoli, vanno al secondo turno. Al ballottaggio per la poltrona di Sindaco di Roma, Virginia Raggi sfiderà Roberto Giachetti. A Milano Giuseppe Sala sarà contro Stefano Parisi. A Napoli Luigi De Magistris sfiderà Gianni Lettieri. A Torino Piero Fassino correrà contro Chiara Appendino. L’eccezione è stata Cagliari dove Massimo Zedda del centrosinistra è stato riconfermato al primo turno con il 50,9% contro il 32,1% di Piergiorgio Massidda del centrodestra.

Virginia Raggi.

A Roma  la sofferenza del Partito democratico è evidente e il M5s si è attestato primo partito con una percentuale del 35, 26% triplicando i suoi voti. Alle comunali del 2013 il consenso si attestava al 12,82% mentre alle Elezioni Europee del 2014 la percentuale era del 24,95%. Il crollo del Pd in questo turno elettorale ha raggiunto il 17,2% contro il 26,26% delle comunali del 2013 e il 43,07% delle Europee. Anche Forza Italia ha registrato un crollo al 4,2% contro il 13,46% delle Europee. FdI invece ha raggiunto il 12,3%, raddoppiando i consensi delle comunali del 2013 (5,93%) e delle Europee (5,32%).

A Roma il M5s è il primo partito

Se il M5s dunque è il primo partito a Roma, a Torino ha raggiunto un ottimo risultato con Chiara Appendino che è stata votata dal 30,92% dei cittadini contro il 41,83% di Piero Fassino.

Già nella notte il blog di Beppe Grillo aveva commentato il risultato dei pentastellati a Roma e Torino, scrivendo che per il M5s “è un risultato storico” (scritto a lettere maiuscole per due volte)  e ora “cambiamo tutto”. Nel post si rileva anche che a Savona si profila il ballottaggio, grazie a Salvatore Diaspro, a Bologna Max Bugani “ha raddoppiato i voti delle precedenti elezioni comunali, a Milano con Gianluca Corrado il MoVimento 5 Stelle è passato dal 3% a circa il 10% e a Napoli con Matteo Brambilla dall’1 al 10%”. Inoltre “ci sono già alcuni sindaci eletti al primo turno (per ora Fossombrone e Vigonovo)”. Insomma, “Il MoVimento 5 Stelle è lento ma inesorabile. Cambiamo tutto!”.

In una dichiarazione all’Ansa, Virginia Raggi ha detto: “Il 19 giugno bisognerà completare ciò che abbiamo iniziato, sarà l’occasione per riscrivere insieme, definitivamente, il futuro della nostra città”. E ha spiegato: “Ci tacciavano come antipolitica, la nostra invece è un’altra politica e questo i cittadini lo hanno capito, i partiti ancora no. Il popolo, ancora una volta, si è mostrato più lungimirante”.

Appendino: “Erano 15 anni che questa città non andava al ballottaggio”

Chiara Appendino.

Anche il candidato sindaco di Torino del Movimento 5 Stelle, Chiara Appendino, ha  commentato il risultato elettorale, dicendo: “E’ un risultato storico, erano 15 anni che questa città non andava al ballottaggio, abbiamo sempre detto che la nostra forza sono le persone e questo risultato lo dimostra”. E ha aggiunto: “Questa città  amministrata per 20 anni dalle stessa forza politica ha bisogno di idee innovative e di una forza propulsiva e anche i prossimi 15 giorni saranno caratterizzati come gli ultimi 8 mesi dall’ascolto perché i cittadini hanno bisogno di risposte concrete non di dialettica politica, per questo anche nelle prossime due settimane punteremo sui contenuti”. Appendino ha promesso che lavorerà anche contro l’astensionismo, non nascondendo il proprio rammarico: “E’ un dato negativo mi dispiace moltissimo anche perché il sindaco è la persona più vicina ai cittadini. Per questo lavoreremo in questi 15 giorni per portare il numero maggiore possibile di persone al voto”.

Fassino: “Il voto dovrà essere su chi governerà la città”

Piero Fassino.

E se, a dimostrazione che qualcosa non va nel Pd, molti dei candidati democratici sono rimasti in silenzio per ore (da Giachetti a Sala), Piero Fassino con grande coraggio, ha dichiarato: “Siamo saldamente in testa con circa 10 punti di differenza dalla nostra principale avversaria. Da questo 40% partiamo per affrontare il ballottaggio chiedendo un voto per Torino. Ci rivolgeremo ai torinesi perché il voto dovrà essere su chi governerà la città per i prossimi cinque, non dovrà essere né sul governo né per ridefinire gli equilibri parlamentari, ma un voto per non interrompere un percorso di innovazione che ci ha consentito di contrastare e contenere e di preparare la città alla ripresa”. Fassino ha aggiunto: “Il voto riflette una situazione di crisi sociale che in questi anni si è sentita in Europa, in Italia e nelle grandi città e che ha indotto gran parte dell’opinione pubblica a una situazione di malessere, disagio e disaffezione che si vede anche nella minore partecipazione al voto, se il risultato finale conferma i dati dei seggi finora scrutinati guardiamo con fiducia al ballottaggio e ci rivolgiamo con fiducia ai torinesi”.

Valeria Valente.

Ma la difficoltà del Partito democratico è stata evidente anche in molte altre città. A Napoli, ad esempio, Valeria Valente, che ha vinto quelle primarie così contestate contro Antonio Bassolino, non ha conquistato neanche il ballottaggio, rimanendo inchiodata al 21,21%. La sfida finale su chi guiderà il capoluogo campano sarà invece di nuovo (come 5 anni fa) tra Luigi De Magistris (altro sindaco arancione come Zedda e Pisapia) e Gianni Lettieri, del centrodestra.

A Bologna il risultato più basso per un candidato di centrosinistra

Virginio Merola.

Il Pd ha arrancato a Bologna,  dove l’astensione  è stata più alta che altrove. Il sindaco uscente, Virginio Merola, che si è fermato intorno al 40%, ha ottenuto infatti il risultato più basso per un candidato di centrosinistra. La città, che fino a pochi giorni fa era data addirittura come assegnata già al primo turno, vedrà invece il ballottaggio tra il primo cittadino e Lucia Borgonzoni. La candidata della Lega nord, appoggiata anche da Forza Italia,  ha raggiunto il 22% staccando Massimo Bugani del Movimento 5 stelle, che ha appena raggiunto il 17%. Merola ha dichiarato: “Il quadro nazionale è stato problematico per tutto il centrosinistra e Bologna non ha fatto eccezione”. Il Pd a Bologna ha pagato più che altrove la frattura interna al partito. Nel 2011 quando Merola passò al primo turno col 50,5%, Sel contribuì con il 10%. In questo turno elettorale invece Sel ha fatto una lista per conto proprio (Coalizione civica, con candidato sindaco Federico Martelloni) attestandosi intorno al 7%.

A Salerno la vittoria è di Vincenzo De Luca

Vincenzo De Luca.

Il Pd non ha guadagnato il primo turno neanche a Ravenna (dove Renzi aveva chiuso la campagna elettorale). A Cosenza  il candidato Pd è stato superato dal centrista Mario Occhiuto. A Salerno il Pd ha vinto ma la vittoria è di Vincenzo De Luca. A Cagliari il sindaco uscente proviene da Sel. Pd in difficoltà anche in altri Comuni come Grosseto, Novara, Benevento.

Successi e insuccessi del centrodestra sono stati simbolicamente rappresentati dal risultato del voto nelle due città più importanti, Milano e Roma. A Milano Parisi è andato bene perchè dietro ha avuto tutto il centrodestra unito e compatto, da Forza Italia all’Area Popolare, passando per Lega, Fratelli d’Italia, Passera. A Roma, invece, proprio il candidato di FI, voluto da Silvio Berlusconi, Alfio  Marchini,  è stato il motivo per cui Roberto  Giachetti andrà al ballottaggio al posto di Giorgia Meloni.  Matteo Salvini ora è furibondo e ha già annunciato la nascita di una nuova coalizione “per chi non vuole morire renziano”.

 

A cura di Roberta d’Eramo

 

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