La Prefettura di Avellino interviene sulla vertenza OCM di Nusco

La Prefettura di Avellino interviene sulla vertenza OCM di Nusco

Un ennesimo “dramma del lavoro” si sta consumando in Irpinia.

Sono 98 i lavoratori Ocm licenziati dal Gruppo Cellino

Si tratta dei 98 lavoratori Ocm, ex Ocevi Sud di Nusco, per i quali a giugno dovrebbe entrare in vigore la mobilità, licenziati dal proprietario dell’Azienda, il Gruppo Cellino, sparito da circa un mese e mezzo.

Il prefetto di Avellino, Carlo Sessa.

Il prefetto di Avellino, Carlo Sessa,  ha istituito un tavolo permanente per seguire la vertenza sul licenziamento dei 98 operai specializzati, dopo l’incontro con le organizzazioni sindacali dei lavoratori, il sindaco Ciriaco De Mita, altri amministratori del territorio, il presidente della provincia, i referenti della regione Campania e Confindustria. Il prefetto ha preso atto dell’assenza dei titolari dell’azienda al tavolo e ha letto una nota, fatta pervenire dall’amministratore delegato, di chiarimenti sulle motivazioni che hanno determinato la crisi aziendale.

La Prefettura ha proposto, con il supporto dei sindacati, l’intervento sia del ministero dello Sviluppo Economico che dell’assessorato regionale alle Attività Produttive, per sollecitare l’azienda a rivedere le proprie posizioni evitando la cessazione dei rapporti di lavoro e garantendo la prosecuzione delle attività. Al tavolo di lavoro è stata prospettata l’ulteriore possibile soluzione della ricerca di altri imprenditori disposti a rilevare l’azienda, particolarmente strategica per il territorio irpino già in grave crisi industriale, che produce componenti meccaniche destinate anche al settore ferroviario per il quale Confindustria prevede in futuro maggiori investimenti.

Confindustria cerca altri imprenditori disposti a rilevare l’azienda

Il presidente di Confindustria Avellino, Sabino Basso, si è offerto per verificare se ci sia un imprenditore disposto a rilevare la fabbrica e rilanciarla scongiurando una condizione di disoccupazione che lascerebbe ben poche speranze a lavoratori troppo lontani dall’età della pensione e troppo adulti per essere riassorbiti dal mercato del lavoro. Basso si è detto disposto “a intercedere con il Mise per cercare qualche strumento che possa allungare la cassa integrazione e trovare con il neoministro Carlo Calenda una soluzione come si è fatto con l’ex Irisbus.

Il presidente di Confindustria Avellino, Sabino Basso.

Il neoministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda.

Mi attiverò già da questa settimana ma dobbiamo ammettere che purtroppo quella della Ocm non è l’unica situazione difficile. Speriamo sia l’ultima e che questa tendenza negativa si fermi, perché il dramma del lavoro coinvolge non solo l’Irpinia, ma tutta l’Italia. La politica però deve capire che è l’impresa che produce ricchezza, perciò se c’è impresa, c’è ricchezza per il Paese”.

Il segretario generale della Fiom Cgil, Sergio Scarpa, ha  affermato che  “La vertenza è complicata perché il Gruppo ha rilevato l’azienda 5 anni fa e oggi si presenta questo gran bel biglietto da visita con ben altre 98 famiglie di nuovo sul lastrico qui in Irpinia e con i lavoratori tutti al di sotto dei 50 anni”. La convinzione dei sindacati e delle maestranze è che comunque non tutto sia perduto e che anzi si possa rimettere in moto l’attività produttiva legata al settore ferroviario.

Vassiliadis: “Lo stabilimento è in uno stato di totale abbandono”

Il segretario generale della Fiom Cgil, Sergio Scarpa.

Il segretario generale della Ugl, Costantino Vassiliadis.

Il segretario generale della Ugl, Costantino Vassiliadis, ha affermato: “Lo stabilimento è in uno stato di totale abbandono: dall’oggi al domani i lavoratori non hanno trovato nessuno in azienda, dove sono rimasti solo i macchinari. È inaccettabile lasciare 98 famiglie in questa situazione; la politica nazionale e quella locale  intervengano subito per evitare l’ennesimo dramma occupazionale per la nostra provincia e per il settore metalmeccanico”. “L’appello è dateci una mano, innanzitutto perché questi lavoratori non meritano questo trattamento. Ora sono in presidio, e in un certo senso è un bene perché sorvegliano i macchinari altrimenti chiunque potrebbe fare razzia di materiali e attrezzature, ma si tratta di personale specializzato. Sono saldatori e alesatori certificati perciò rappresentano una forza lavoro altamente qualificata e noi crediamo che con il sostegno di un altro imprenditore e magari anche con qualche sacrificio aggiuntivo si possa rimettere in moto lo stabilimento e renderlo competitivo non solo al livello nazionale, dal momento che sarebbe possibile aggredire il settore ferroviario che è attualmente in forte espansione”.

Una forza lavoro altamente qualificata

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Vassiliadis ha spiegato anche che “In Regione avevamo lanciato la proposta a medio e lungo termine per un polo ferroviario in Campania, visto che ci sono aziende leader come la Hitachi o la ex Ansaldo Breda oltre a diversi stabilimenti impegnati nel settore anche in Irpinia, come si è fatto per l’aerospaziale”.

 

 

A cura di Roberta d’Eramo

 

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